Spesa farmaceutica convenzionata in calo. Canale farmacia cresce, dermocosmesi traina
Da gennaio a settembre 2015, la spesa farmaceutica convenzionata ha segnato un lieve calo, pari a -0,8%, rispetto ai primi nove mesi del 2014. Ma, a fronte di un netto calo delle prescrizioni, si segnala un aumento del prezzo dei farmaci prescritti. È la fotografia che emerge dalle ultime rilevazioni di spesa condotte da Federfarma sulla base dei dati raccolti dalle farmacie associate. Una frenata che «potrebbe essere in parte spiegata dai mutamenti che nel periodo fanno segnare le prescrizioni», spiega in una nota la Federazione dei titolari di farmacie. Le ricette, infatti, sono in calo del 2,1% rispetto ai primi nove mesi del 2014, ma il loro valore medio cresce dell'1,4%: in altri termini, i medici prescrivono un po' di meno ma tendono a orientarsi su farmaci di prezzo leggermente più alto. «Visto però che negli ultimi tre mesi del 2015 l'Agenzia italiana del farmaco (Aifa) ha rinegoziato al ribasso i prezzi di diverse specialità di fascia A - aggiunge Federfarma - è verosimile che nelle prossime rilevazioni il dato sul valore delle ricette si mostri già in controtendenza». Resta sostanzialmente invariata, invece, l'incidenza di ticket e compartecipazioni a carico degli assistiti sulla spesa farmaceutica lorda: era pari al 13,6% nel settembre 2014, si ferma al 13,5% nel settembre 2015. Complessivamente, gli italiani hanno pagato sui farmaci ticket per più di 1,11 miliardi di euro, il 64% dei quali sotto forma di compartecipazione tra la quota di rimborso dell'equivalente più economico e prezzo del farmaco dispensato. E per quanto attiene l'andamento della spesa a livello regionale è da rilevare, secondo i dati Federfarma, un calo particolarmente sensibile in Sicilia (-6,5%), mentre in Veneto è evidente la diminuzione del numero delle ricette (-8,4%). Sebbene la spesa farmaceutica sia in discesa, il comparto delle farmacie, nel suo insieme, non sembra comunque accusare troppo i colpi della crisi economica. A confermarlo, sono i dati relativi al fatturato del 2015, che ha raggiunto complessivamente 25,3 miliardi di euro con una crescita dell'1,6% rispetto al 2014. Al contrario, parafarmacie e corner della grande distribuzione organizzata, hanno registrato risultati meno positivi, con un calo di fatturato di -0,8% e -1,6% rispetto all'anno precedente. A tratteggiare un'istantanea pressoché rassicurante, sono i dati diffusi da Ims Health. Nel 2015, i farmaci con obbligo di prescrizione, mantengono il valore del 2014 pari a circa 15 miliardi (-0,1%). Il mercato di libera vendita vale, invece, 10,2 miliardi nel canale farmacia (più del 40% del totale), con un incremento del 4,1% rispetto all'anno precedente. E a trainare la crescita è il comparto igiene e bellezza, in particolare i prodotti per proteggersi dal sole e il make-up: la dermocosmesi, nel suo insieme, è cresciuta del 3% in fatturato e quasi del 5% in consumi. Anche il comparto parafarmaceutico registra un trend positivo (+2,5%), sostenuto da prodotti per la gestione del diabete: test del glucosio e pungidito valgono il 46% del totale parafarmaco (1,1 miliardi) e crescono del 4% sia in valori che in consumi. Sempre più consigliati anche dai medici, infine, gli integratori che continuano l'ascesa: da quelli per sali minerali e vitamine, ai più specifici per coadiuvare le terapie di malattie importanti come quelle oculistiche e del sistema nervoso centrale, questi prodotti aumentano sia in fatturato che in confezioni vendute, rispettivamente del 7,9 e 6,4%.
Rossella Gemma
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