Politica e Sanità
26 Luglio 2018Il primo capitolo di spesa da cui partire per recuperare risorse è quello della farmaceutica «che in questi anni è aumentato a dismisura» per una «inadeguata capacità di contrattare sui prezzi dei farmaci» con il mondo dell'industria. Questo uno dei messaggi lanciati dal ministro della Salute Giulia Grillo, intervenuta questa mattina a ''Coffee Break'' su La7. E per chiarire il senso delle sue parole cita l'esempio dei nuovi farmaci per l'epatite C: «Solo per il famoso farmaco dell''epatite C abbiamo speso quasi 2 miliardi, una cifra enorme. Tra l'altro dati a una multinazionale» ha precisato «neanche a un'azienda italiana che produce in Italia, per cui si potrebbe dire che almeno abbiamo fatto aumentare i posti di lavoro». Il ministro ritiene che «su queste dinamiche bisogna stare molto attenti, perché a volte bastano 10 euro di differenza per arrivare senza accorgersi a centinaia di migliaia di euro. Se non addirittura, come nel caso ricordato, a quasi 2 miliardi». Il ministro ha sottolineato che è «aumentato fino a quasi 31 miliardi, tra spesa pubblica e privata, il costo dei farmaci e anche di contribuzione diretta dei cittadini con i ticket, in alcune regioni che la applicano».
Per il ministro è dunque necessario «ridimensionare alcuni settori di spesa governandoli meglio e investire un po' di più in altri settori come la medicina del territorio, tutta quella parte di sanità che si occupa del cittadino prima e dopo l'ospedale». Preziosa «soprattutto per gli anziani e i bambini, quelle fasce di popolazione che ci dimentichiamo e che sono le più importanti». Sui dati diffusi recentemente da Farmindustria, sui numeri da leadership internazionale del pharma tricolore, Grillo ha puntualizzato che «siamo orgogliosi di avere questa capacità industriale in Italia». Non solo: «Lavoriamo per supportarla», in particolare per «l'export su cui ancora secondo me possiamo lavorare tantissimo. Sarà una mission nel mio dicastero», ha assicurato. Ribadendo tuttavia che, «dall'altra parte, abbiamo speso negli ultimi anni tantissimi soldi rispetto a una multinazionale che non produce in Italia. Stiamo attenti a questa differenza - ha concluso - è importante».
Il ministro si è anche soffermato sul bando di selezione pubblica per il vertice dell'Aifa lanciato nei giorni scorsi: «Ovviamente non ero obbligata a farlo. La modalità era sempre stata di scegliere nelle "stanze chiuse" del ministero. Ma volevo dare la possibilità anche a chi non conosco, e a chi non posso arrivare, di presentare il proprio curriculum e ne sono arrivati circa un centinaio alcuni di alto livello, che con alcuni esperti, stiamo già cominciando a valutarli».
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