feb82011
Spesa ospedaliera in rosso, interventi sui prezzi all’orizzonte
La spesa ospedaliera segna un altro rosso e a pagare il conto rischia di essere ancora la spesa convenzionata. Niente di nuovo sotto il sole della farmaceutica all’indomani degli ultimi dati dell’Aifa sui primi dieci mesi del 2010. Conti che alla voce farmaci ospedalieri danno 3,7 miliardi di spesa, per un deficit di 1,6 miliardi rispetto al budget e un’incidenza sulla spesa sanitaria complessiva del 4,3% (rispetto al tetto del 2,4%). Una performance neanche paragonabile a quella della spesa convenzionata, che nello stesso periodo sta addirittura sotto al proprio tetto (il 13,3% del fondo sanitario) di circa 42 milioni di euro. Le farmacie conoscono le ragioni della differenza di prestazioni: la spesa territoriale tiene perché i prezzi dei farmaci di fascia A continuano a calare (ne è spia il costo medio della ricetta Ssn, calato del 3,5% rispetto al 2009) e i prezzi calano per le scadenze brevettuali che si susseguono e per le misure messe in campo l’estate scorsa, tra le quali il taglio del 12% sui generici. L’ospedaliera invece, dove ormai si scarica tutta l’innovazione, rompe e non prende neanche i cocci. Già la Manovra di giugno aveva chiarito come stessero le cose, con gli ex Osp-2 riclassificati nel Pht a fini contabili ma senza che la distribuzione passasse in dpc. Ora il ritornello si ripete: a fronte dei dati diffusi dall’Aifa, le Regioni hanno ricordato al governo quei 600 milioni di euro che la Manovra aveva sottratto alla farmaceutica promettendo tagli dello stesso valore con varie misure: lo sconto del 3,65% ai distributori e il già citato taglio del 12% ai prezzi dei generici, taglio che però è cessato con dicembre. E ora per ripristinare i risparmi l’Agenzia del farmaco starebbe lavorando a un modello di negoziazione dei prezzi con i genericisti imperniato sui volumi di vendita. Tanto a pagare è sempre la spesa convenzionata.