Sanità

ott12020

Stato emergenza, Conte: verso proroga a 31 gennaio. Proposta va in Parlamento

Stato emergenza, Conte: verso proroga a 31 gennaio. Proposta va in Parlamento

Il Governo ha deciso per una proroga dello stato di emergenza fino al 31 gennaio, il presidente del Consiglio Giuseppe Conte andrà in Parlamento per presentare la proposta

Il Governo ha deciso per una proroga dello stato di emergenza per il Covid-19 fino al 31 gennaio e andrà in Parlamento per chiederlo. Lo ha annunciato il presidente del Consiglio Giuseppe Conte a margine della visita a una scuola in provincia di Caserta.

Speranza: discuteremo in Parlamento. Sì a linea di massima prudenza

«Durante il Consiglio dei ministri di ieri - ha detto Conte - abbiamo convenuto che allo stato della situazione che continua a essere critica anche se sotto controllo ma richiede massima attenzione dallo Stato, della protezione civile, delle Regioni e di tutti i cittadini. Andremo in Parlamento a proporre la proroga, ragionevolmente, fino alla fine di gennaio» L'attuale proroga sarebbe scaduta il 15 ottobre ma l'attuale situazione ha spinto gli esperti del Comitato tecnico scientifico a prolungare i termini dello stato di emergenza a fine gennaio cioè a un anno esatto dall'inizio dell'emergenza. Al vaglio misure per promuovere l'uso dell'App Immuni che ancora stenta a decollare. Approccio condiviso dal il ministro della Salute, Roberto Speranza: «Sulla proroga dello stato di emergenza - afferma - discuteremo in Parlamento molto presto come è giusto che sia e io sarò in Aula all'inizio della settimana. Io sono sempre per la linea della massima prudenza e ho sempre mantenuto questa impostazione ma credo che sia corretto che ne discuta il Parlamento e che se ne discuta nel governo perché in una grande democrazia si fa così».

Toti (Liguria): sì a proroga tecnica. No a scippo dibattito sulle decisioni

Prende le distanze il presidente della regione Liguria, Giovanni Toti: «Se si tratta di una proroga tecnica, - si legge in una nota delle regioni - che ci consente di usare strumenti legislativi e amministrativi, di gestire gli investimenti, semplificare le modalità di spesa e di assunzione del personale, direi che è più che opportuna. Se vuol dire scippare l'opportuno dibattito nelle sedi istituzionali corrette, il Parlamento, la Conferenza unificata, rispetto alle decisioni da prendere, è chiaro che prende tutt'altro segno. Le emergenze servono a gestire le situazioni, non ad abbattere la qualità del dibattito politico - prosegue Toti - penso si possano fare tutte e due le cose, senza particolari problemi». E aggiunge che «l'emergenza c'è e quindi la stiamo affrontando» e ricorda che nella Conferenza Regioni di ieri sono state affrontate con il commissario Arcuri, «temi complessi come le rendicontazioni e le spese ammissibili per la gestione dell'emergenza».
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