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Politica e Sanità

10 Settembre 2015

Stato-Regioni, Coletto (Veneto): Nessuna lentezza nell’approvazione dei provvedimenti


«I provvedimenti che arrivano in Conferenza Stato-Regioni vengono discussi e approvati in tempo reale. Non c'è alcun rallentamento, bensì una accelerazione su molte questioni». Luca Coletto (foto) assessore alla Sanità del Veneto, controbatte alle accuse del ministro Lorenzin che, intervenuta a un dibattito della Fondazione Magna Carta, aveva accusato proprio la Conferenza di avere tempi biblici per licenziare i provvedimenti. «Abbiamo fatto un buon lavoro - ribadisce con forza Coletto a Farmacista33 - avviandoci verso un risanamento della sanità».

Assessore, il ministro della Salute attacca la Conferenza Stato-Regioni per aver rallentato l'approvazione dei provvedimenti. Condivide questo giudizio?
Assolutamente no, la Conferenza Stato-Regioni non ha rallentato proprio nulla, anzi, abbiamo sempre cercato di accelerare. Non capisco, dunque, quali siano questi provvedimenti a cui fa riferimento il ministro Lorenzin. I provvedimenti che arrivano, vengono discussi e approvati in tempo reale. Tutto ci può esser detto, ma non di aver rallentato le procedure.

Lei stesso ha ipotizzato che presto il Veneto sarà estromesso da capofila della Conferenza Stato-Regioni in tema di sanità. Sente di fare un 'mea culpa' per non aver adempiuto bene a questo ruolo?
Diciamo che è tutto quanto in divenire e che non c'è niente di deciso, ma le confermo che l'ipotesi che gira è che il Veneto verrà tolto dal coordinamento della Conferenza. Mi sento di dire che alla fine del percorso, è stato fatto un buon lavoro, sono state date tante risposte, siamo riusciti a fare il Patto della Salute, a portare a casa una riforma importante del regolamento Balduzzi. Siamo andati, insomma, verso un risanamento strutturale della sanità. Si tratta ora di applicare le regole, nella stessa maniera, a livello nazionale. Il lavoro più grosso lo abbiamo compiuto. Si tratta solo di far applicare le regole dalle regioni, con l'aiuto ovviamente del ministero.

Regole che il federalismo sanitario, però, rende un po' ballerine...
Il federalismo sanitario, per chi ha saputo usarlo, è stato una grande risorsa. Evidentemente non è stato recepito nella stessa maniera in tutte quante le regioni. Ce ne sono alcune che sono in attivo, che non hanno l'addizionale Irpef e riescono ad erogare i livelli essenziali di assistenza facendo buona sanità. Ci sono regioni, invece, che nonostante abbiano a disposizione mezzi, come costi standard o il regolamento Balduzzi, non sono riuscite a raggiungere risultati soddisfacenti.

Proprio il ministro Lorenzin, in questi giorni, ha fatto sapere di intravedere nella disomogeneità tra le regioni, una falla grossa del sistema sanitario. E' proprio così?
Dice bene il ministro quando sostiene che c'è una disomogeneità a livello nazionale, ma è altrettanto vero che il governo può e deve intervenire quando c'è questa disomogeneità. Noi per quanto ci competeva, abbiamo introdotto nel Patto della Salute, un commissario che sia diverso dal presidente e che agisce in piena autonomia.

Rossella Gemma

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