set122016
Studi di settore verso l'addio, da indicatori di compliance a fattura elettronica ecco le principali novità
Gli attuali studi di settore, strumento con cui si individua il reddito del professionista, abbandonano il campo? È stato presentato nei giorni scorsi ad associazioni di categoria e ordini professionali il progetto, elaborato da Sose (Società di Mef e Bankitalia per l'elaborazione degli studi di settore) e dall'Agenzia delle Entrate per sostituirli con nuovi indicatori. Il progetto è rivolto ai professionisti - circa 800. 000 tra cui rientrano gli operatori del settore sanitario - ma anche a imprese artigiane e commercianti e presenta lo strumento che andrà gradualmente a sostituire gli studi: gli "indicatori di compliance". «Un dato sintetico articolato in base all'attività economica svolta in maniera prevalente, con la previsione di specificità per ogni attività o gruppo di attività, riassumerà l'attitudine del professionista di adempiere agli obblighi fiscali», anticipa
Maurizio Di Marcotullio, dottore commercialista di DMG &Partners e membro della commissione fisco Fimmg.
«Sarà associato ad ogni contribuente un punteggio da 1 a 10 secondo un parametro costruito su misura per ogni settore di attività. Come indicato nella nota Mef, un elevato grado di compliance permetterà l'accesso ad un sistema premiale che ad oggi prevede tra l'altro, un percorso accelerato per i rimborsi fiscali, l'esclusione da alcuni tipi di accertamento e una riduzione del periodo di accertabilità. L'Agenzia delle Entrate provvederà a comunicare al singolo contribuente il "risultato di affidabilità" indicando il valore dell'indicatore sintetico e delle sue diverse componenti, comprese quelle che appaiono incoerenti, con l'intento di spingere il contribuente a incrementare l'adempimento spontaneo e d'incentivare il contraddittorio con l'amministrazione finanziaria per migliorare la posizione in termini di affidabilità». Quali vantaggi ci saranno per il contribuente con gli indicatori di compliance? «La novità principale è rappresentata dal drastico taglio di informazioni richieste. Con un doppio vantaggio. Da un lato, il minor tempo richiesto alle imprese e ai professionisti che li assistono nel reperimento dei dati e nell'individuazione dell'esatta collocazione. Dall'altro, la possibilità di minimizzare il rischio di errori nella compilazione anche alla luce di un quadro sanzionatorio che a riguardo è diventato molto più rigoroso nell'ultimo anno. Restiamo peraltro in attesa di verificare le modalità e la tempistica con cui il Governo intenderà procedere sulla strada tracciata e come queste verranno tradotte nella prossima legge di Stabilità».
Mauro Miserendino