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Politica e Sanità

08 Giugno 2016

Studi settore: farmacisti i professionisti più congrui, in arrivo altri avvisi


Tra i professionisti della sanità che lavorano in proprio, probabilmente i contribuenti che più ragionano con la testa del Fisco sono i farmacisti. Lo si evince dai dati statistici elaborati dal Ministero dell'Economia sugli studi di settore. Dalle statistiche ministeriali sulle dichiarazioni del 2014 (redditi 2013) risulta che. su 15.473 farmacie selezionate ben 14.163, il 91%, sono congrue. È congruo, ricordiamo, il ricavo del professionista quando superiore o uguale a quello stimato - con una probabilità del 99,9% - dal software Gerico dell'Agenzia sulla base dei parametri presentati. Per il 2013 le farmacie verificate erano state 15183 con una sempre alta percentuale di "congrue" e si era riscontrato un aumento del reddito medio annuo delle farmacie con un solo titolare da 90 a 97 mila euro.

Quest'anno c'è un ulteriore balzo in avanti del reddito, che si attesta a 102 mila. Per le società di persone, a fatturati invariati, cresce il reddito annuo medio da 103 a 112 mila euro. Per le società di capitale crescono sia i fatturati medi (da 1,58 a 1,62 milioni di euro) sia i redditi di chi lavora in farmacia, da 41 a 52 mila euro. Quanto a congruità, meglio dei farmacisti hanno fatto solo i commercialisti (93% di "match"), mentre i dentisti sono risultati congrui in un 75% delle 38.902 posizioni considerate. Congruo anche il 78% di 6622 laboratori di analisi valutati, i cui redditi sono però in calo di ben il 24,8%. Il Ministero dell'Economia ha analizzato gli studi di settore relativi alle dichiarazioni 2014 che in partenza riguardano i redditi 2013 di 3,6 milioni tra imprese e professionisti per un fatturato da 713 miliardi, in calo del 2% rispetto ai redditi dichiarati l'anno precedente e del 3% nel settore servizi che più da vicino riguarda gli iscritti ad ordini. Sono state selezionate solo posizioni che non presentano errori tecnici nella stesura telematica, né cause di esclusione da studi di settore, né sono anomale dal punto di vista statistico. Stanno intanto per partire dall'Agenzia delle Entrate 160 mila segnalazioni di anomalia, riguardanti più o meno il 5% dei contribuenti soggetti agli "studi", e attinenti a situazioni di non congruità, non coerenza, non normalità, o cause di esclusione dagli studi da riconsiderare.

Il Fisco segnala le irregolarità con un alert telematico al professionista o al suo commercialista e periodicamente arrivano "infornate" di avvisi: si ricordano le 270 mila segnalazioni del 2015 sulle dichiarazioni 2014, relative ai redditi 2013, e le 220 mila dell'anno prima. In questi giorni, l'Agenzia delle Entrate ha anche scritto a Federfarma di poter introdurre nello studio YM04U elementi che tengano conto dell'arrivo del Ddl concorrenza, che consente la titolarità di una farmacia privata a società di capitali, e delle 2500 nuove aperture di farmacie a seguito del concorso straordinario. Testato su 14 mila esercizi, il nuovo modello ridurrebbe le tipologie di esercizio (cluster) togliendo ad esempio le farmacie ubicate in centri commerciali, troppo poche per essere significative dal punto di vista statistico.


Mauro Miserendino

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