farmaci

ago282014

Supplementi di calcio nell'osteoporosi. Effetti cardiaci in discussione

L'uso di integratori di calcio per prevenire l'osteoporosi continua ad essere dibattuto sia per quanto riguarda l'efficacia che per la sicurezza. A tirare le somme delle ultime metanalisi Ian R. Reid, della facoltà di Scienze mediche e della salute dell'università di Auckland (New Zealand) in un editoriale pubblicato su Nature Reviews Endocrinology e ripreso dal sito dell'Aifa. In precedenza studi clinici, meta-analisi e studi osservazionali avevano evidenziato che l'uso di integratori di calcio può aumentare il rischio di infarto del miocardio e di ictus. Una nuova meta-analisi suggerisce, invece, che non vi sarebbe alcun problema con gli integratori di calcio, ma tale studio - afferma Reid - include dati controversi omessi dalle analisi precedenti. «Se utilizzati da soli» riepiloga l'autore «gli integratori di calcio sembra aumentino il rischio di frattura dell'anca; se usati in combinazione con la vitamina D, riducono il rischio di tali fratture solo nei soggetti che hanno livelli molto bassi di vitamina D. Per quanto riguarda la loro sicurezza, esistono almeno altre tre preoccupazioni. Lo studio Women's health initiative (Whi) ha mostrato che l'uso di integratori di calcio in combinazione con la vitamina D aumenta il rischio di calcoli renali del 17%, causando più calcoli rispetto al numero di fratture prevenute. Effetti avversi gastrointestinali sono stati riconosciuti come una spiacevole complicazione dell'uso di integratori di calcio prolungato negli anni. Uno studio del 2012 ha riportato un rischio due volte maggiore di ricovero in ospedale con una situazione di emergenza gastrointestinale acuta in un gruppo di pazienti randomizzati a ricevere supplementi di calcio; ancora una volta, questi integratori hanno causato più ricoveri ospedalieri rispetto alle fratture prevenute. Questo primo bilancio suggerisce che gli integratori di calcio, con o senza vitamina D, non hanno un beneficio netto. Tuttavia, un terzo problema di sicurezza, infarto del miocardio (e forse ictus), ha ultimamente dominato la discussione. Questi eventi avversi sono venuti alla luce per la prima volta nell'Auckland Calcium Study e sono stati confermati in due successive meta-analisi di studi che valutavano gli effetti del calcio in monoterapia». La questione della sicurezza cardiovascolare degli integratori di calcio è stata ora rivisitata da Lewis e colleghi che, in una ulteriore meta-analisi, concludevano «Le attuali evidenze non supportano l'ipotesi che la supplementazione di calcio con o senza vitamina D aumenti la malattia coronarica», senza però motivare le ragioni di tale riscontro. A un esame attento dei dati emerge secondo Ried che «la rassicurazione che l'analisi di Lewis e colleghi fornisce è probabilmente fuori luogo e nasce dalla inclusione di grandi studi di cattiva progettazione. Questa visione è sostenuta dalla vasta letteratura sugli effetti avversi cardiovascolari di integratori di calcio nei pazienti con insufficienza renale». Anche se in definitiva si tratterebbe di una polemica inutile perché «non vi è probabilmente nessun beneficio netto nell'uso di integratori di calcio, indipendentemente dai loro effetti cardiovascolari» conclude Ried «poichè la loro bassa efficacia è più che controbilanciata dai loro effetti negativi sui calcoli renali e sui disturbi gastrointestinali. Pertanto, la controversia sulla sicurezza cardiovascolare di integratori di calcio non è la questione critica, ma solo un altro motivo per dirigere i pazienti a rischio di fratture osteoporotiche nei confronti di altri interventi più sicuri che hanno dimostrato di ridurre le fratture».

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