NUTRIZIONE

set192019

Svezzamento, Efsa: il momento giusto per inserire alimenti diversi dal latte

L’Efsa ha espresso il suo parere in merito all'età appropriata per l’introduzione di alimenti diversi dal latte, a base di cereali e di altri alimenti per l'infanzia trasformati

Svezzamento, Efsa: il momento giusto per inserire alimenti diversi dal latte

La Commissione europea ha chiesto a Efsa, l'Autorità europea per la sicurezza alimentare, un parere circa l'età appropriata per l'introduzione di alimenti diversi dal latte (a base di cereali e di altri alimenti per l'infanzia trasformati) nei bambini. È quella che prende il nome di alimentazione complementare, perché deve integrare nella dieta dei piccoli i nutrienti che supportano la crescita più o meno dai 6-8 mesi in poi. Attenzione: non si tratta di stabilire la durata dell'allattamento al seno. L'ONU e le maggiori organizzazioni scientifiche infatti sono d'accordo nel dire che il bambino debba essere allattato almeno fino ai due anni di età. Le sostanze apportate dal latte materno (o dal suo sostituto, nel caso sia stato necessario ricorrervi) continuano ad essere importanti ma dai 6-8 mesi non sono più sufficienti quantitativamente a supportare la crescita del bambino, per cui è necessario compensare con l'alimentazione convenzionale. La richiesta di una valutazione scientifica dovrebbe quindi supportare e comprovare l'età dalla quale il prodotto è suggerito e che è indicata in etichetta nei prodotti specifici per l'infanzia già venduti nella UE.
Lo riferisce Efsa in un suo comunicato. Dall'analisi di circa 300 studi, il panel di esperti scientifici NDA (nutrizione, nuovi alimenti e allergeni alimentari) ha concluso che l'introduzione di alimenti solidi o diversi dal latte dipende da una serie di fattori soggettivi che rendono difficile la definizione di un'età che possa inequivocabilmente andare bene per tutti.
E quindi come capire quando può essere il momento di introdurre nuovi alimenti? La conclusione generale è che dipende dalle caratteristiche e dallo sviluppo del bambino, a maggior ragione nel caso di neonati pretermine. Mancano infatti dati sufficienti - e riferibili al contesto europeo - per determinare l'età esatta. Quel che è certo è che fino a 6 mesi di età circa la maggior parte dei bambini non ha bisogno di introdurre altri alimenti oltre al latte materno o alle formule, perché queste fonti già assicurano tutto quello di cui ha bisogno (a eccezione di alcuni neonati allattati esclusivamente al seno e a rischio di carenza di ferro). Si parla dunque di una "finestra", un periodo di tempo che pone il momento ideale di introduzione di cibi diversi dal latte fra i 3-4 mesi circa e i 6 e che dipende dalle caratteristiche e dal grado di sviluppo di ogni bambino. Va però anche detto, sottolineano gli esperti, che la maturità e lo sviluppo delle necessarie capacità e competenze per nutrirsi con cibi solidi, che di solito si manifestano intorno ai 6 mesi, come per esempio lo stare seduti e il riuscire a reggere bene la testa, o masticare e ingoiare il cibo in modo appropriato, non implica comunque che sia necessario passare ad un'alimentazione complementare.
Non esisterebbero quindi particolari evidenze né a favore né contro l'introduzione dei cibi solidi prima dei 6 mesi: la cosa non sarebbe dannosa né però apporterebbe particolari benefici, concludono gli esperti. La valutazione va fatta in base alle esigenze e allo sviluppo di ogni bambino.
Due aspetti in particolare meritano di essere ricordati e riguardano gli allergeni e il glutine in riferimento alla celiachia.
In merito a uova, cereali, pesce e arachidi, quindi in generale tutti gli alimenti potenzialmente allergizzanti, non ci sono evidenze che una loro introduzione precoce aumenti il rischio di sviluppare allergie o che ritardarla lo diminuisca. Possono invece essere introdotti insieme agli altri cibi.
Anche per il glutine non ci sono prove di effetti positivi o negativi se l'inserimento degli alimenti che lo contengono avviene prima dei 6 mesi di età.
L'importante quindi, se si sceglie di cominciare ad introdurre cibi diversi dal latte, dopo averne parlato con il pediatra, è che questi siano di una consistenza appropriata (per evitare il soffocamento), siano nutrizionalmente adeguati e conformi alle raccomandazioni nutrizionali nazionali (evitare sale, zuccheri, latte di mucca non modificato prima dell'anno di età) e siano ben accettati dal bambino.

Francesca De Vecchi


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