Sanità

ott222020

Tamponi rapidi in farmacia, Speranza: sì a sperimentazione. Sindacato dipendenti: rischiosa, mancano spazi e protocolli

Tamponi rapidi in farmacia, Speranza: sì a sperimentazione. Sindacato dipendenti: rischiosa, mancano spazi e protocolli

Tra le misure per aumentare il contact tracing si parla di una sperimentazione dei tamponi rapidi anche in farmacia

Sono allo studio nuove misure per incrementare il contact tracing dei casi di Covid-19, e oltre a una convenzione con i medici di medicina generale per far rientrare il tampone tra i punti dovuti, si parla di una sperimentazione dei tamponi rapidi anche in farmacia. E' quanto emerso nel corso di un incontro (in videoconferenza) fra i rappresentanti del Governo, tra cui il ministro Roberto Speranza e delle Regioni.

Probabilmente i tamponi rapidi si potranno fare in farmacia, ha detto il ministro della Salute Speranza nel corso della riunione, secondo quanto riportato dalle agenzie di stampa, annunciando l'inizio di una fase di sperimentazione: «In alcune regioni in farmacia si fanno già i test sierologici, proviamo a fare una sperimentazione come sta avvenendo a Trento per effettuare gli antigenici anche in farmacia». Speranza condivide con le Regioni la richiesta di semplificare le procedure di tracciamento: «Abbiamo già ridotto la quarantena a 10 giorni e eliminato il secondo tampone, siamo disponibili a trovare nuovi ambiti di intervento specifici - e ha ribadito che si sta lavorando ad una convenzione con i medici di base per far sì che siano loro ad effettuare i tamponi rapidi che il commissario per l'emergenza Domenico Arcuri sta acquistando.


Mandelli: governo ha seguito la strada da noi indicata

La proposta, sottolinea Andrea Mandelli deputato di Forza Italia commentando le dichiarazioni del ministro Speranza, rientra in una serie di punto concreti per un piano d'azione contro la crisi legata al Covid presentata da Forza Italia: «Il primo punto prevede tamponi rapidi, validati dal Ministero della salute, anche nelle farmacie. Apprendiamo con favore che il governo ha seguito la strada da noi indicata. È la dimostrazione - prosegue - che l'ascolto delle proposte dell'opposizione e un confronto serio sui passi da compiere per uscire dall'emergenza che stiamo vivendo sono l'unico modo per far sì che il Paese possa riprendersi».

Filcams Cgil: servono abbigliamento, spazi e procedure per gli operatori

Su questa possibilità, già circolata nei giorni scorsi come proposta avanzata da alcune regioni come richiesta alle farmacie, si è già espresso il sindacato dei dipendenti delle farmacie Filcams Cgil. In una nota che ha anticipato le dichiarazioni del ministro, che si tratta di "un'ipotesi troppo rischiosa: ancora oggi non ci sono dei protocolli nazionali condivisi sul tema della sicurezza nelle farmacie. Si cerca di ovviare alle debolezze del sistema sanitario sul territorio con interventi improvvisati e senza i giusti criteri di sicurezza per lavoratori e utenti". E nella nota chiariscono i punti della posizione espressa. "Per poter realizzare i tamponi - si legge in una nota stampa del sindacato dei dipendenti - che ricordiamo vengono fatti a persone che sono state esposte al rischio di contagio, in tutta sicurezza, sono necessari abbigliamenti, spazi e procedure per gli operatori che le farmacie spesso non possono garantire.

Inoltre," prosegue la Filcams "significherebbe esporre un luogo come la farmacia, frequentato da molte persone e aperto in maniera libera a tutta l'utenza cittadina, al rischio di divenire un focolaio di diffusione del virus." Il sindacato ricorda di aver più volte sollecitato nei mesi scorsi "la necessità di aumentare le difese a sostegno dei farmacisti" ma precisa, "ancora oggi, non per nostra volontà, non abbiamo dei protocolli nazionali condivisi sul tema della sicurezza nelle farmacie. Le Regioni e i loro Presidenti non possono trascurare la delicatezza e la fragilità di un luogo simile. Le analisi vanno fatte in laboratori specializzati, con l'abbigliamento protettivo per gli operatori, con gli spazi dedicati a tale procedura, con la "stanza sporca" in cui gli operatori possano cambiarsi. Non è possibile ovviare alle debolezze del sistema sanitario sul territorio con interventi improvvisati e senza i giusti criteri di sicurezza per lavoratori e utenti: il rischio è che invece di porre un argine alla pandemia le si offra un ottimo veicolo di propagazione".
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