Sanità

feb62017

Tavolo Diretta, Regioni: legge 405 è il riferimento. Schito: avviato lavoro su documento condiviso

Tavolo Diretta, Regioni: legge 405 è il riferimento. Schito: avviato lavoro su documento condiviso
Si è tenuto oggi il primo incontro della sottocommissione del Tavolo sulla farmaceutica, responsabile di approfondire il discusso tema della distribuzione dei farmaci in diretta (Dd) e per conto (Dpc). Da una parte le associazioni di categoria continuano a spingere per una riduzione della diretta che ha visto un drastico aumento negli ultimi anni. Dall'altra le Regioni che, sebbene rimanga valida l'apertura ad una revisione del Pht dichiarata negli scorsi giorni, hanno voluto rimarcare l'importanza del ruolo giocato dalla Legge 405/2001 nel mantenimento della sostenibilità del sistema. In particolare, «le Regioni e la parte pubblica dicono che per ora la legge di riferimento è la 405, art. 8 lettera A, che ha praticamente sancito la nascita di questo canale che si affianca a quello della farmacia convenzionata - che comunque è ancora una Legge dello Stato - se la 405 poi necessita di essere modificata, dovranno essere fatte delle proposte atte a modificarla, ma per ora le cose stanno così», spiega a Farmacista33 il segretario generale Assofarm Francesco Schito che ha preso parte all'incontro.

Bisogna, aggiunge, «trovare una quadra e a tal fine è stato deciso di istituire una sottocommissione della sottocommissione che lavori a un documento condiviso per poi presentarlo alla riunione plenaria che è stata fissata il 2 di marzo». A esprimersi sul tema è anche Loredano Giorni, responsabile dell'assistenza farmaceutica della regione Piemonte che, in un'intervista rilasciata al Sole24ore ha dichiarato come «sia presto fare delle valutazioni soprattutto se si considera che pochi mesi fa da più parti si dava per superato l'articolo 8 della legge 405/2001 sulle modalità di erogazione di medicinali. Detto ciò, la sola richiesta di un confronto su questi temi è un buon risultato.

Credo sia evidente anche ai rappresentanti di Federfarma e delle altre organizzazioni sindacali presenti quest'oggi al tavolo, che la mancanza di concorrenza rispetto alla distribuzione intermedia e finale del farmaco ha limitato le possibilità di sviluppo del mercato. Ad oggi il Sistema sanitario nazionale acquista praticamente allo stesso prezzo praticato al pubblico medicinali, quelli che fanno parte della farmaceutica convenzionata, che l'ultimo monitoraggio disponibile ha determinato in circa 8,5 miliardi di euro. Si tratta di contratti che, se votati maggiormente al principio dell'efficienza, potrebbero comportare notevoli economie». Sembrerebbe, invece, aver voluto prendere in parte le distanze dal dibattito Farmindustria, la quale si sarebbe detta interessata a essere maggiormente attiva sul tema solo nel caso in cui la questione vada a toccare la governance della spesa farmaceutica.


Attilia Burke
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