FARMACI E DINTORNI

feb82011

Test paternità in farmacia: pericolosamente accessibile

La vendita libera di un test di paternità, come un normale presidio medico (cfr Farmacista33, 2 febbraio 2011), ha sollevato molte polemiche in Gran Bretagna. In primo luogo come possibile minaccia all’equilibrio affettivo familiare. «Il fatto che si possa entrare da Boots e comprare qualcosa in grado di spezzare l'unità di una famiglia mi pare decisamente sbagliato», ha denunciato Darren Jamieson, fondatore dell'organizzazione Csa, che assiste i genitori che hanno problemi nel mantenimento dei figli, aggiungendo: «È una cosa negativa per la coppia e per il bambino: qualunque sia il risultato, la diffidenza generata dal richiedere il test stesso può già di per sé uccidere una relazione in bilico». La facilità di accesso al test, anche per il costo contenuto di 30 sterline e altre 130 per farsi mandare i risultati da un laboratorio, desta preoccupazione per l’impatto sociale che potrebbe avere: «Non è la scienza a preoccuparmi, bensì gli effetti sociali. Ciò apre la possibilità di test di paternità per le masse e credo che potrebbe creare molta ansia e tensione» ha spiegato Allan Pacey docente dell'Università di Sheffield specializzato in problemi di fertilità maschile. Proteste anche dal mondo cattolico. Tuttavia, c’è chi ritiene che sia un passaggio inevitabile, dal momento che le informazioni genetiche sulla persona sono sempre più usate in molti ambiti: «La genetica è importante nella salute delle persone» è il commento di Mark Bellis, direttore del centro per la sanità pubblica della John Moores University di Liverpool ammettendo, però che «sarà difficile evitare che, una volta in possesso di queste informazioni la gente si faccia del male».


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