Fitoterapia

10 Luglio 2015

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Gli estratti più conosciuti a livello casalingo sono gli infusi, le tisane e i decotti. Spesso si tende a confondere l'uno per l'altro o a sottovalutare alcune variabili importanti come la temperatura dell'acqua, il tempo di estrazione e il rapporto droga/estratto (Der) Nell'infuso il Der può variare da 1:10 a 10:100, in altre parole per 100 ml di acqua la quantità di droga utilizzata può passare da 1 a 10 g secondo il tipo di droga. Nella tisana aumenta invece il volume di acqua che arriva fino a 1 litro, per una quantità di droga che varia da 10 a 20 g. In entrambi i casi l'acqua, una volta bollita, è versata direttamente sulla droga e mantenuta a contatto fino quasi a raffreddamento. Per le droghe più dure e legnose si opera invece la decozione. Da 5 a 10 g di droga sono immersi preventivamente in 100 ml di acqua a temperatura ambiente. La stessa è poi portata all'ebollizione e mantenuta per un tempo variabile dai 15 ai 40 min fino alla riduzione del liquido a ¼ del suo volume iniziale. Consigli pratici: tappare sempre il recipiente durante l'estrazione per non disperdere le sostanze aromatiche volatili che possono essere utili da un punto di vista terapeutico e non utilizzare strumenti metallici (migliori sono ceramica e vetro) che con le alte temperature possono innescare reazioni di ossidazione a carico dei principi attivi. Questi problemi legati al calore non si hanno invece con la macerazione in acqua fredda che è un metodo usato per estrarre le mucillagini e i succhi da alcune piante allo stato fresco. Esse si lasciano macerare per circa 6 -8 ore in 100 ml di acqua fredda. Il liquido così ottenuto, una volta filtrato, può essere assunto tal quale. Gli estratti acquosi, soprattutto i decotti, possono rappresentare un'ottima base per gli sciroppi. Seguendo il metodo classico espresso dalla FUI XII basterà aggiungere al liquido filtrato ancora bollente 66,5 g di saccarosio mescolando fino a completo scioglimento. In generale l'alta concentrazione zuccherina assicura una buona conservabilità, anche se fenomeni di cristallizzazione del saccarosio possono comunque favorire l'attacco microbico sull'acqua libera. Per questo motivo è ammessa l'introduzione di miscele antimicrobiche (nipagine o sorbati) in conc. dello 0,10-0,15% o di glicerina e alcool etilico in virtù di un 10-15% anche in veste di co-solventi. È previsto anche l'uso di aromatizzanti (max 5%).

Angelo Siviero
Farmacista esperto in fitoterapia e galenica, Padova
sivieroangelo1@gmail.com