FITOTERAPIA

set102012

Tossicità solanacee, disinformazione viaggia sul web

«Sul web girano informazioni fuorvianti sulla tossicità della solanina e sulla presunta tossicità delle piante appartenenti alla famiglia delle Solanaceae, anche con inviti più o meno espliciti a non mangiare più pomodori, peperoni, patate e melanzane in quanto». Lo segnala Fabio Firenzuoli direttore del Centro di Medicina Integrativa, su Fitoterapia33 di cui è direttore scientifico. Secondo l’esperto si tratta di solo di cattiva informazione poiché a questa famiglia appartengono circa 3.000 specie botaniche, tra cui piante ornamentali, piante a uso erboristico come l'Alchechengi, oppure alimentari come il Pomodoro, Peperone, Patata e Melanzana, oppure ancora medicinali, come la Withania somnifera e solo infine quelle veramente tossiche come la Belladonna. «Scarsissima è la tossicità degli alcaloidi nelle piante ad uso alimentare» ribadisce Firenzuoli «documentata a carico della solanina, quando si raggiungano mediamente i 3 mg pro kilo. Per cui i disturbi in un uomo di 70 Kg si avrebbero quando mangiasse almeno 4 Kg di patate». Inoltre, la solanina manca nel Pomodoro e nella Melanzana, che contengono, rispettivamente, tomatina e solasonina, ma sempre in quantità molto basse, specie nei frutti maturi. «Dovremmo mangiare minimo 2 Kg di melanzane con buccia, oppure 3-4 Kg senza buccia, praticamente impossibile». Per altro, eliminare la buccia significa perdere le opportunità salutistiche degli antociani presenti, responsabili del colore blu-nero del frutto. Quindi, afferma l’esperto, «a parte i casi di intolleranza individuali, la presenza della Melanzana nell'alimentazione di fatto non produce alcun danno né alcun rischio, semmai fornisce sostanze utili a scopo protettivo».


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