mag272014
Trattenuta dell’1,4% del decreto Abruzzo: è battaglia in più Asl. Dall’esperto i consigli per il ricorso
Una battaglia aperta in molte Asl quella per recuperare le somme sulla trattenuta dell’1,4% del decreto Abruzzo, calcolate «indebitamente» sull’importo lordo invece che al netto dell’Iva e degli altri extra sconti, e verso la quale si stanno interessando altre province. E tra le strade che si possono intraprendere «il consiglio è per il ricorso d’urgenza presso il tribunale civile», ma attenzione alla prescrizione dei termini, «che cautelativamente diciamo essere in cinque anni dai primi pronunciamenti dei Tar, del 2009-2010». La spiegazione arriva da Stefano Carlo Ribolzi, avvocato esperto di diritto farmaceutico coinvolto nei ricorsi in Lombardia, che, a Lecco e a Cremona, hanno confermato l’errore di calcolo e obbligato le Asl a rimborsare le farmacie della differenza. «La strada che abbiamo seguito e che consigliamo è quella del ricorso d’urgenza al tribunale civile, perché permette di recuperare la cifra trattenuta indebitamente dalla Asl e perché si tratta di un procedimento più breve, che non richiede un’istruttoria particolare e quindi prevede meno udienze. Il requisito è la presentazione della prova certa rispetto al credito vantato» vale a dire la possibilità di effettuare «i calcoli della differenza tra le modalità di trattenuta applicate dalla Asl» e quelle rivendicate. «Un consiglio che mi sento di dare è di cercare di aggregarsi: la singola farmacia verrebbe a sostenere spese elevate, che in certi casi rende poco conveniente il ricorso, mentre unendosi tutto viene suddiviso». In generale, «in alcuni casi a portare avanti i ricorsi sono le Federfarma provinciali che coordinano l’azione legale, mentre in Lombardia ci sono condizioni che hanno permesso una azione coordinata a livello regionale». E da alcune zone, tra cui il Piemonte, arriva la notizia che ci si sta interessando.
Francesca Giani