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Tromboembolismo venoso, cerotto per terapia sostitutiva ormonale non aumenta rischi

Tromboembolismo venoso, cerotto per terapia sostitutiva ormonale non aumenta rischi
Le formulazioni di medicinali per la terapia sostitutiva ormonale da assumere per via orale sono associate a un aumento significativo del rischio di tromboembolismo venoso, a differenza di quelle pensate per un uso transdermico. Questa è la conclusione a cui sono giunti gli autori di uno studio pubblicato sul British Medical Journal, guidati da Yana Vinogradova, della University of Nottingham, nel Regno Unito. «Nel 2015, in risposta a un dimezzamento dell'uso della terapia ormonale sostitutiva dopo che due ampi studi avevano sollevato preoccupazioni circa il profilo di sicurezza della terapia stessa, il National Institute for Health and Care Excellence (NICE) ha pubblicato la sua prima linea guida su diagnosi e gestione di sintomi della menopausa nel Regno Unito. La linea guida raccomanda ulteriori ricerche sui rischi della terapia ormonale sostitutiva contenente diversi tipi di progestinici in combinazione con estrogeni. Nel documento è stato inoltre rilevato che il rischio di tromboembolismo appare maggiore per i preparati orali che per il trattamento transdermico» afferma Vinogradova.

Per meglio valutare l'associazione tra rischio di tromboembolismo e uso di differenti tipi di terapia, i ricercatori, utilizzando alcuni database di ricerca in ambito di cure primarie nel Regno Unito, anno accoppiato i dati di 80.000 donne con un primo evento tromboembolico venoso verificatosi tra il 1998 e il 2017 a 390.000 controlli senza eventi di questo genere. Ebbene, l'analisi ha mostrato che il 7,2% dei casi e il 5,5% dei controlli avevano ricevuto prescrizioni per una terapia ormonale nei 90 giorni precedenti l'evento tromboembolico. Dopo aggiustamenti per più variabili, la terapia orale con solo estrogeno è risultata associata a un aumento del rischio per il tromboembolismo venoso (odds ratio: 1,4), e lo stesso è stato visto per quella con estrogeno più progestinico orale (odds ratio: 1,7). In quest'ultimo caso il rischio maggiore si è riscontrato con estrogeno equino coniugato in aggiunta a medrossiprogesterone acetato (odds ratio: 2,1) e quello inferiore con l'uso di estradiolo e didrogesterone (odds ratio: 1,18). Nessuna preparazione transdermica invece è risultata associata al tromboembolismo venoso. «Nel nostro studio, il trattamento transdermico è risultato il tipo più sicuro di sostituzione ormonale quando si valutava il rischio di tromboembolismo venoso. Il trattamento transdermico però appare essere poco usato, e la preferenza generale va in gran parte ancora alle preparazioni orali» concludono gli autori.

BMJ. 2019. doi: 10.1136/bmj.k4810
https://www.ncbi.nlm.nih.gov/pubmed/30626577
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