farmaci

mar312014

Usi e consumi degli integratori a base vegetale: indagine europea

integratori scaffale

L’utilizzo degli integratori a base vegetale (Pfs-plant food supplements) è in costante crescita: la valutazione del consumo è uno degli obiettivi di PlantLIBRA, progetto finanziato dalla Comunità Europea e iniziato nel 2010 per diffondere metodologie per la valutazione dei rischi e dei benefici dei Pfs. Ora sono appena stati divulgati su Plos One i risultati della prima indagine europea sul consumo dei Pfs condotta da sei centri europei partecipanti al progetto: Finlandia, Germania, Italia, Regno Unito, Romania e Spagna, che fra Maggio 2011 e Agosto 2012 hanno condotto la ricerca sul campo. Sono stati contattati 2359 consumatori di Pfs in 24 città che hanno risposto, nel corso di interviste personali, ad un questionario molto dettagliato sui prodotti usati: piante e nomi commerciali, forme utilizzate, dosaggi, frequenza, motivazione dell’utilizzo, effetti collaterali e fonti di informazione. I dati globali ottenuti dall’indagine multinazionale dimostrano che i dieci prodotti usati con maggiore frequenza sono nell’ordine Gingko biloba per migliorare la memoria, Oenotera biennis come fonte di acidi grassi insaturi (usata soprattutto in UK), Cynara scolimus, carciofo per aiutare le funzioni digestive (usata soprattutto in Germania e Spagna), Panax Ginseg, tonico per migliorare in generale la risposta agli stress, Aloe vera per il tono generale della salute, Foeniculun vulgare, semi di finocchio selvatico per la digestione, Valeriana officinalis, per il sonno, Glycine max, soia per i disturbi della menopausa, Melissa officinalis, rilassante e per il sonno, Echinacea purpurea per rafforzare le difese immunitarie. Flavia Bruno e Franco Maggi, che hanno condotto la ricerca per l’Italia segnalano i prodotti più usati da noi «Aloe vera, Foeniculun vulgare, Valeriana officinalis, Panax ginseng, Vaccinium myrtillus (per migliorare la circolazione), Passiflora incarnata (per il sonno), Melissa officinalis, Paullinia cupana guaranà, tonico per migliorare la performance fisica e mentale, Taraxacum officinale diuretico, Cynara scolimus». Pillole e capsule sono le forme più usate. Inoltre i dati sociodemografici raccolti hanno permesso di creare un identikit del consumatore tipo: una persona istruita, non giovanissima, non fumatore che si ritiene in un buono stato di salute, ma considera importante integrare il proprio regime alimentare spesso inadeguato per i ritmi quotidiani della vita moderna o in caso di situazioni particolari (menopausa, gravidanza, ripresa dopo una malattia, attività sportiva amatoriale e professionale). «Grazie alla disponibilità dei dati di consumo per questi prodotti» conclude Patrizia Restani, coordinatrice generale del progetto PlantLIBRA, del dipartimento di Scienze farmacologiche e biomolecolari dell’università degli Studi di Milano, «sarà più semplice valutare i benefici e i rischi dei Pfs e dei loro componenti vegetali, ciò che consentirà il processo decisionale da parte delle agenzie regolatorie e degli stessi produttori».


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