apr92021
Vaccinazione in farmacia, 11 mila adesioni alla campagna. Federfarma: si conferma ruolo chiave nell'assistenza territoriale
Sono 10.400 le farmacie, su un totale di circa 18.000 associate pari al 60%, che hanno dato la disponibilità a somministrare il vaccino anti-Covid. Federfarma: pronti 25.000 professionisti formati
Sono 10.400 le
farmacie, su un totale di circa 18.000 associate, pari a circa il 60%, che hanno dato la disponibilità a somministrare il
vaccino anti-Covid e a fornire un contributo determinante per il conseguimento dell'obiettivo di somministrare 500.000 vaccini al giorno. Lo annuncia Federfarma che ha terminato la raccolta delle adesioni delle proprie associate a cui si aggiungono circa 600 farmacie comunali per un totale complessivo di 11.000 farmacie.
Disponibili 25.000 professionisti formati ad hoc. I dati regionali
Si stima che ognuna delle circa 11.000 farmacie che hanno aderito alla campagna vaccinale sarà in grado di somministrare, mediamente, tra i 15 e i 20 vaccini al giorno, quindi tra le 165 e le 220mila vaccinazioni; ciò grazie alla presenza di 25.000 professionisti opportunamente formati attraverso l'apposito corso organizzato dall'Istituto superiore di sanità. Questo significa che grazie alle somministrazioni effettuate nelle farmacie, il numero delle vaccinazioni quotidiane in Italia può passare rapidamente dalle attuali 250.000 a circa 450.000. «Ringrazio tutte le farmacie italiane e le Organizzazioni territoriali di Federfarma per aver fornito, pur nella complessità dell'attuale situazione, una pronta e fattiva risposta all'esigenza del Paese» afferma il presidente di Federfarma nazionale
Marco Cossolo.
Queste le 10.479 adesioni di farmacie associate a Federfarma, suddivise per regione: Abruzzo, 311 farmacie; Basilicata, 147; Calabria, 485; Campania, 1.055; Emilia-Romagna, 691; Friuli-Venezia Giulia, 246; Lazio, 1.221; Liguria, 245; Lombardia, 1.436; Marche, 258; Molise, 52; Piemonte, 1.016; Provincia di Bolzano, 100; Provincia di Trento, 86; Puglia, 646; Sardegna, 351; Sicilia, 796; Toscana, 600; Umbria, 117; Valle d'Aosta, 23; Veneto, 597. In particolare, queste le adesioni nelle province siciliane: Agrigento, 62; Caltanissetta, 46; Catania, 161; Enna, 35; Messina, 121; Palermo, 227; Ragusa, 40; Siracusa, 66; Trapani, 38.
«La massiccia adesione delle farmacie, che fa seguito all'accordo tra Governo, Regioni e Federfarma nazionale - spiega
Roberto Tobia, segretario nazionale e presidente di Federfarma Palermo - conferma ancora una volta lo spirito di servizio e il costante impegno della farmacia italiana, presente in prima linea sin dall'inizio della pandemia come parte integrante del Servizio sanitario nazionale, garantendo ai cittadini professionalità e assistenza. La vaccinazione nelle farmacie sarà utile come servizio di prossimità sia nelle grandi città, sia nelle aree più interne, lontane dagli hub vaccinali. Sono in corso di definizione gli accordi regionali per permettere l'approvvigionamento delle dosi da parte delle farmacie, che procederanno ad immunizzare i cittadini prenotati attraverso la piattaforma pubblica».
La farmacia italiana nel Pnrr
La farmacia italiana, scrive Federfama in una nota, dimostra così ancora una volta, nei fatti, il rilevante contributo che può e vuole fornire al processo di rafforzamento della sanità territoriale. Un contributo che può ulteriormente accrescersi con il Progetto "
Farmacia italiana nel Pnrr", elaborato da Federfarma e presentato al Parlamento e al Governo.
Tale progetto si muove in coerenza con i tempi di realizzazione degli investimenti previsti dal Next Generation EU e realizza un concorso di capitali privati nella misura di 3 euro per ogni euro pubblico, attivando un volume di investimenti pari, nei tre anni, a 2,3 miliardi di euro.
Per questo il progetto "Farmacia italiana nel Pnrr" appare in grado di realizzare un salto nella qualità e nella quantità dei servizi di assistenza sanitaria resi ai cittadini, attraverso un ridotto impiego di capitale pubblico.
«Auspichiamo che tale Progetto venga inserito nel testo definitivo del Piano nazionale di Ripresa e Resilienza - dichiara Cossolo -. Con l'impiego di 500 milioni di euro di risorse pubbliche si potrebbero infatti realizzare investimenti per oltre 2 miliardi di euro grazie al concorso del capitale privato, con il risultato di garantire un diffuso rafforzamento del Servizio sanitario nazionale a livello territoriale».