lug72017
Vaccinazioni in farmacia, plauso dai farmacisti ma i medici dicono no
«Esprimo grande soddisfazione, anche a nome di tutte le 18mila farmacie italiane, e ringrazio i senatori che si sono fatti portavoci di questa proposta». A parlare è Marco Cossolo, presidente di Federfarma, in merito all'emendamento al decreto vaccini, che consentirebbe la somministrazione dei vaccini in farmacia, firmato dai senatori D'Ambrosio Lettieri, Mandelli e Rizzotti (Fi) e approvato ieri dalla commissione Sanità di Palazzo Madama. L'emendamento all'articolo 1, prevede che i medici, "senza nuovi o maggiori oneri per la finanza pubblica, con decreto del ministero della Salute, sono autorizzati a somministrare i vaccini presso farmacie aperte al pubblico". Sarà poi la farmacia che "previo rilascio della certificazione gratuita relativa all'avvenuta vaccinazione, procede all'invio della stessa al competente servizio dell'Asl".
«In questo modo si riconosce che la farmacia può coadiuvare lo Stato nell'esecuzione di un programma vaccinale. Come noi dicevamo da tempo. È questo un ulteriore pezzetto - aggiunge Cossolo -per mettere le gambe al futuro della farmacia facendola diventare sempre più di comunità e dei servizi. Ci diciamo sin da ora disponibili a dare il nostro contributo al testo definitivo e auspichiamo nella collaborazione della Fofi ma anche delle associazioni della categoria, per far sì che questo importante risultato venga portato a casa anche nella sua fase attuativa». Soddisfazione arriva anche dal mondo delle rurali. «Il vantaggio dell'emendamento - precisa sempre a Farmacista33 Silvia Pagliacci, neo eletta alla guida del Sunifar - è che sicuramente la farmacia ancora una volta dimostra il suo ruolo di capillarità del servizio che offre. Aver scelto le farmacie, dimostra che qui ci sono professionisti seri».
Un riferimento anche alle polemiche nate intorno alla questione dei farmacisti vaccinatori. «Il fatto che questo emendamento sia arrivato oggi, è la risposta migliore alle polemiche dei giorni scorsi sul farmacista vaccinatore. Il farmacista ha le sue competenze, ma il presidio farmacia sul territorio, nella sua interezza, si presenta ancora una volta utile al cittadino». Ma sulla possibilità che le vaccinazioni si facciano anche in farmacia, sebbene praticate dal medico, scende in campo la stessa Fnomceo con una nota ufficiale che ne esprime la contrarietà. «Questo emendamento modificherebbe la normativa vigente (Art.102 del Testo unico delle leggi sanitarie, R.D. 27/07/1934, n. 1265) che impedisce, per ovvi motivi di incompatibilità di ruoli, di funzioni e per presupposti di conflitto di interessi, - si legge - lo svolgimento di attività mediche presso le farmacie. Divieto che è stato sempre ribadito dalla successiva normativa, passando dalle Leggi sulla "Farmacia dei Servizi" sino ad arrivare al "DDL Lorenzin", in questi giorni all'esame della Commissione Affari Sociali della Camera, che nega espressamente la possibilità per il medico di esercitare la sua professione all'interno delle farmacie». Secondo Fnomceo, dunque, non si può accettare che una Legge dello Stato «che garantisce trasparenza, identificazione di ruoli e di competenze venga modificata da azioni che pregiudicherebbero la tracciabilità delle responsabilità, creando ulteriore disorientamento e sconcerto tra gli operatori della Salute». Dello stesso parare anche Silvestro Scotti, segretario Fimmg che conferma il problema di compatibilità normativa «visto che ad oggi è ancora attiva quella che impedisce la presenza del medico in farmacia sulla base delle possibili "relazioni pericolose" rispetto al paziente. È vero - aggiunge - che ci sarà un decreto attuativo ma credo che non basti». Secondo Scotti, insomma, l'unico modo per conciliare le vaccinazioni con la farmacia, sarebbe quello di «individuare un luogo terzo dove il farmacista, il medico e l'ospedale lavorano insieme per portare la salute più vicina ai cittadini. Non mi pare che nelle premesse del decreto ci siano queste intenzioni».
Rossella Gemma