Vaccini anti-Covid, criticità è nell’ultimo miglio sul territorio. Fofi: puntare su siti vaccinali di prossimità
In arrivo in Italia una grande quantità di dosi di vaccini anti-Covid, il problema è il trasporto sul territorio e la gestione dei punti di somministrazione che vanno aumentati
È in arrivo, in Italia, una gran quantità di dosi di vaccini anti-Covid, il problema è il trasporto «nell'ultimo miglio» sul territorio e la gestione dei punti di somministrazione che vanno aumentati sfruttando strutture già pronte all'uso e in grado di fare numeri elevati: centri congressi, fiere, parcheggi di centri commerciali, aree delle stazioni ma anche aziende cui è presente un medico, la rete degli ambulatori dell'Inail e per i piccoli centri di montagna, paesi isolati o le persone che hanno difficoltà di movimento si punta sui medici di famiglia. Questi i temi e le ipotesi emerse nel corso dell'incontro di tre ore svoltosi stamani tra Governo, commissario all'emergenza Covid operativo Francesco Figliuolo, capo della Protezione Civile Fabrizio Curcio, Regioni, Anci, Upi e Uci. Ipotesi in cui si inserisce il rinnovato impegno dei farmacisti a partecipare alla campagna vaccinale espresso dal presidente della Fofi Andrea Mandelli: «Indispensabile mettere a sistema anche la rete capillare delle farmacie di comunità, che conta oltre 19.000 presidi distribuiti nelle grandi città come nei paesi più piccoli. I farmacisti italiani sono pronti a fare la loro parte».
Usare strutture già pronte e istituire riserva di dosi per situazioni più gravi
Le tempistiche dettate durante la riunione, riportano le agenzie stampa, prevedono già per domani la convocazione del Comitato operativo Protezione Civile, in vista di un cambio di passo atteso per aprile con l'obiettivo di accelerare e di farsi trovare pronti all'arrivo di milioni di dosi di vaccino. La tabella di marcia per recuperare il ritardo accumulato prevede 600mila somministrazioni al giorno, 19 milioni in un mese. Il ministro della Salute Roberto Speranza ha riportato della campagna vaccinale degli ultimi giorni in Italia ricordando «le oltre 180 mila dosi somministrate ieri e la soglia delle 5 milioni di somministrazioni che sarà raggiunta oggi». A quanto si apprende, il ministro della Salute avrebbe poi avanzato la richiesta di estendere l'utilizzo del vaccino AstraZeneca anche per gli over 65. L'elemento chiave è identificare i luoghi dove riuscire a velocizzare le somministrazioni e per il commissario straordinario all'emergenza Covid, Figliuolo, devono essere aumentati utilizzando ogni possibile soluzione, dai siti produttivi agli assetti della Protezione civile e delle Forze Armate. In Italia sta per arrivare una gran quantità di dosi di vaccini, e il problema è il trasporto "nell'ultimo miglio" sul territorio e la gestione dei punti di somministrazione. C'è poi la questione della distribuzione. «Va istituito un fondo di solidarietà per la campagna vaccinale» sostiene il ministro Speranza, che avanza l'ipotesi di «accantonare l'1-2% da ciascuna consegna per la creazione di riserve da utilizzare con strategia reattiva nelle zone in cui il virus si propaga con maggiore forza e rapidità anche a causa delle varianti». Una sorta di "fondo di solidarietà" sul quale concorda anche il generale Figliuolo: «Se ci sono Regioni che hanno difficoltà dobbiamo intervenire», avrebbe sottolineato, confermando l'esigenza di uno stretto coordinamento con le regioni. Per velocizzare le tempistiche nelle città, tra le ipotesi al vaglio c'è quella di utilizzare grandi centri vaccinali, strutture già pronte all'utilizzo e in grado di fare numeri elevati. Come centri congressi, fiere, parcheggi di centri commerciali e le aree delle stazioni. Altra possibilità è quella di permettere di vaccinare sul posto di lavoro, come anticipato ieri il ministro del Lavoro Andrea Orlando. Sarebbe realizzabile in aziende in cui è presente un medico. Mentre per le piccole imprese potrebbe essere messa disposizione la rete degli ambulatori dell'Inail, dove si effettuano già le visite per le cause di lavoro. Invece per i piccoli centri di montagna, i paesi isolati o le persone che hanno difficoltà di movimento si punta sui medici di famiglia.
Enti locali e Regioni: massima disponibilità ma semplificare le procedure
«Avvieremo da subito una ricognizione tra le Province per trovare tutte le sedi utili a diventare hub vaccinali, soprattutto nelle aree interne. Da parte nostra c'è la piena disponibilità a fornire sedi e spazi per contribuire alla massima presenza di centri vaccinali sui territori» ha detto il presidente dell'Unione delle province (Upi) Michele del Pascale. A cui fa eco il presidente dell'Associazione comuni (Anci) Antonio Decaro che ribadisce che per la vaccinazione di massa «ci vogliono i sieri, i luoghi adatti e personale che li somministri. Questo è un tempo straordinario e, dunque, straordinarie devono essere le risorse, straordinario l'impegno, straordinarie le procedure. Chiediamo una regia unica nazionale per individuare le strutture adatte come gli auditorium, le palestre, i palazzetti dello sport». I governatori dal canto loro esprimono preoccupazione «per le estenuanti trattative» per il reclutamento dei medici di base per la somministrazione e chiedono di «semplificare le procedure». In particolare, il presidente della Liguria Toti, auspica «moduli standard» che tuttavia «richiederebbero una legge ad hoc». Tante infatti, secondo i governatori, le difficoltà: dagli ambulatori troppi piccoli, al costo degli infermieri da reclutare fino alle persone a cui somministrare il vaccino, se esclusivamente i propri mutuati o tutti».
Mandelli: importante poter contare su siti vaccinali di prossimità
Aumentare il più possibile il numero dei siti vaccinali è una necessità «che va assolutamente messa al primo punto dell'agenda del Paese» afferma Mandelli a commento di quanto emerso dalla riunione: «Già l'estate scorsa, i farmacisti italiani avevano dato la loro piena disponibilità a collaborare come vaccinatori all'immunizzazione della popolazione, e abbiamo rinnovato questo impegno al generale Figliuolo. Oggi che l'ultima Legge di Bilancio ha autorizzato i farmacisti a praticare l'inoculazione di tutti i vaccini, è indispensabile mettere a sistema anche la rete capillare delle farmacie di comunità, che conta oltre 19.000 presidi distribuiti nelle grandi città come nei paesi più piccoli. In una fase sempre più complessa, che comporta ulteriori restrizioni alla mobilità delle persone, poter contare su siti vaccinali di prossimità è una risorsa importante. Una campagna vaccinale mirata a decine di milioni di italiani è un'impresa titanica, che richiede soluzioni innovative e soprattutto immediatamente attuabili. I farmacisti italiani sono pronti a fare la loro parte anche in questa occasione».
Da Dl Sostegni finanziamento a rete logistica
Intanto, nel corso della giornata fonti di agenzia hanno reso noti i contenuti della bozza del Decreto Sostegni, in cui è previsto il capitolo dedicato al Finanziamento rete logistica attuazione piano vaccini. Nel documento circolante si legge che per l'anno 2021, il fondo per le emergenze nazionali (Art. 44 Dlgs 1/2018) viene aumentato di 388.647.100 euro di euro da destinare a finanziare l'Hub Nazionale e i centri di somministrazione territoriali (infrastrutture destinate alla logistica per la distribuzione dei vaccini - 195.992.100 milioni di euro); attività di logistica (120 milioni di euro); beni per la somministrazione dei vaccini (39.355.000 milioni di euro); spese per le tecnologie connesse al processo logistico, per le dotazioni informatiche per la somministrazione dei vaccini nei punti territoriali di vaccinazione e per le attività di comunicazione e relazione con i cittadini (33.300.000 milioni di euro). Nello specifico, si fa riferimento a luoghi da "progettare, montare e allestire" e anche alla possibilità di utilizzare "strutture già in essere che dovranno essere allestite con le dotazioni necessarie".
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A cura di Francesca Giani
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