set152020
Vaccini antinfluenzali, Assofarm: con intesa Regioni 13 dosi in ogni farmacia
Venanzio Gizzi (presidente Assofarm): a conti fatti ogni farmacia potrebbe disporre di circa 13 dosi di vaccino antinfluenzale. Una quantità insufficiente e risibile in vista di un autunno come questo
A conti fatti, secondo quanto previsto dall'intesa approvata dalle Regioni, ogni
farmacia potrebbe disporre di circa 13 dosi di
vaccino antinfluenzale, una quantità del tutto insufficiente alla richiesta per degli anni ordinari, visto che lo scorso anno tutte le farmacie italiane hanno distribuito oltre 850.000 dosi, ma da considerarsi addirittura risibile in un autunno del tutto straordinario come questo. Lo sottolinea Assofarm in una lettera indirizzata al presidente Anci dr.
Antonio De Caro al quale intende rappresentare il forte senso di preoccupazione che vivono le farmacie comunali con l'auspicio di un "suo interessamento diretto presso la Conferenza delle Regioni".
Vaccino da somministrare entro ottobre per avere copertura stagionale
Nella lettera
Venanzio Gizzi, presidente Assofarm, ricorda brevemente la situazione: "a seguito di una richiesta del Ministero della Salute, originata da una nostra specifica istanza, la Conferenza delle Regioni concederà alle farmacie territoriali circa 250.000 dosi per la vendita a cittadini non rientranti nelle categorie a rischio. A conti fatti, ogni farmacia potrebbe disporre di circa 13 dosi di vaccino. Una quantità del tutto insufficiente alla richiesta per degli anni ordinari (lo scorso anno tutte le farmacie italiane hanno distribuito oltre 850.000 dosi), ma da considerarsi addirittura risibile in un autunno del tutto straordinario come questo". Perché il vaccino abbia effetto nel prossimo inverno, prosegue la lettera, deve essere somministrato entro il mese di ottobre, ed è impensabile che i medici di medicina generale possano reggere tale carico di impegno in poche settimane e anche il personale dei servizi sanitari regionali deputato alla vaccinazione è ancora impegnato nelle attività di contact tracing e di screening, pertanto non saranno in grado di somministrare tutte le dosi di vaccino acquistate.
Farmacista vaccinatore: in aumento paesi in cui ci si vaccina in farmacia
Nelle ultime settimane le Farmacie Comunali italiane si sono battute con impegno affinché possano contribuire alla distribuzione massiva del vaccino, attraverso un coinvolgimento diretto ed attivo del farmacista. "Stiamo parlando di una pratica sanitaria sempre più diffusa nel mondo come mostra una recente ricerca della Federazione farmaceutica internazionale (Fip): negli ultimi quattro anni i paesi che autorizzano la vaccinazione in farmacia contro gli agenti patogeni più diffusi sono passati da 20 a 36. Oggi, in tutto il mondo, quasi 1,8 miliardi di persone hanno la possibilità di rivolgersi alla loro farmacia di fiducia per proteggersi contro le principali malattie infettive. Paesi come Portogallo, Francia, Svizzera, Inghilterra, Germania, Norvegia e Svezia considerano la vaccinazione in farmacia una pratica non pericolosa per la salute del cittadino. Quindi i governi dei principali paesi europei consentono la vaccinazione in farmacia. Perché nel nostro paese ciò non è consentito proprio dagli stessi soggetti che continuamente si richiamano all'Europa come modello da imitare?". Il timore, prosegue Gizzi, è che "a bloccare il contributo delle farmacie alla diffusione vaccinale, siano state le resistenze corporative di alcune categorie sanitarie oggi uniche deputate a somministrare il vaccino". Ma "il fronte di chi è favore alla somministrazione dei vaccini in farmacia si è arricchito della presenza di scienziati e rappresentanti di diverse sigle sanitarie, di esponenti politici e addirittura medici. A mancare però, alla fine, è stata la capacità di incidere sulle istituzioni regionali".
Campagna di comunicazione vaccini rischia di dare messaggio contraddittorio
Le farmacie comunali stavano peraltro dando il via ad una campagna nazionale di comunicazione a sostegno del vaccino. Operazione oggi sospesa perché senza disponibilità del vaccino stesso nelle farmacie non si offrirebbe ai cittadini una compiuta risposta alle proprie esigenze rischiando, al contempo, di lanciare un messaggio contraddittorio.