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Politica e Sanità

23 Maggio 2017

Vaccini, Mandelli (Fofi): medici in farmacia per smaltire richieste. Ma Mmg dicono no


Mentre scuole, Asl e famiglie "prendono le misure" per adeguarsi al nuovo obbligo vaccinale imposto dal decreto approvato dal Cdm, dal fronte farmacie arriva la proposta di 'candidarsi' a luogo idoneo per effettuare le vaccinazioni, aiutando i canali finora utilizzati a smaltire i numeri che andranno via via crescendo. «Per evitare che si possa generare caos presso le strutture pubbliche si potrebbero autorizzare i medici a vaccinare presso una farmacia, come avviene per esempio in Canada. Il professionista così in un luogo accessibile per tutta la popolazione, in orari molto elastici, dà la possibilità di fruire al massimo di questo momento così importante. Ovviamente il professionista idoneo all'inoculo dovrebbe fare solo quello e non prescrivere farmaci o visitare. Non penso quindi a un medico che apre uno studio dentro la farmacia, dico che in questo momento in cui bisogna rattoppare un buco, si potrebbe pensare a un medico che in farmacia in luoghi igienicamente idonei, in spazi ovviamente idonei, possa fare il vaccino ai più piccoli». È quanto propone Andrea Mandelli (Fi), presidente della Fofi e senatore di Forza Italia. «Se ci fosse la volontà di raccogliere questa mia proposta - ha aggiunto a Farmacista33 - bisognerebbe che Fofi, Fnomceo e ministero della Salute si sedessero attorno ad un tavolo e ne discutessero le modalità di realizzazione».
Ma la risposta da parte dei medici è un "no" che, con motivazioni diverse, arriva da Roberto Carlo Rossi presidente Omceo Milano e sindacalista Snami, Silvestro Scotti presidente Omceo Napoli e segretario della Fimmg.
«Capisco la buona volontà ma ci sono setting più naturali della farmacia per il medico. Dai tempi della Repubblica Veneta motivazioni deontologiche impongono attività distinte e contatti operativo-professionali ridotti al minimo tra medico e farmacista», dice Rossi.
Per Scotti, invece, la proposta Mandelli è figlia di un problema non risolto dai medici: «Nessuno ci chiamerebbe in farmacia a vaccinare, o a certificare cosa impedisce le vaccinazioni, se noi convenzionati vaccinassimo direttamente. Tra l'altro, prendendoci quel ruolo, sposteremmo su noi stessi una partita che invece sta diventando terreno di conquista di tante altre professioni, non ultima come si vede la farmacia».

Rossella Gemma

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