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Politica e Sanità

24 Aprile 2018

Vaccini, Ministero: incrementi notevoli in copertura ma continua battaglia a fake news


«Siamo soddisfatti, la legge sta raggiungendo il suo obiettivo, ma il problema non è risolto: la battaglia contro le fake news continua, è una battaglia mondiale che vede scienza e politica alleate per promuovere la cultura vaccinale e della prevenzione».

Così il ministro della Salute Beatrice Lorenzin, in una conferenza stampa al Ministero in cui ha presentato i dati sulle coperture vaccinali 2017, alla luce della legge del luglio 2017 che ha aumentato da 4 a 10 le vaccinazioni obbligatorie. I dati al 31 dicembre indicano che la copertura nazionale a 24 mesi (bambini nati nel 2015) nei confronti della poliomielite era del 94,54%, l'1,21% in più rispetto al 2016. Quella per la prima dose di vaccino contro il morbillo era arrivata invece al 91,68%, facendo registrare un balzo in avanti ancora più significativo: +4,42%. Proprio l'epidemia di morbillo del 2017 (5 mila casi, di cui oltre 300 tra operatori sanitari, 4 vittime) aveva fatto da volano all'emanazione del decreto. Intanto, sono aumentate anche le coperture sulle vaccinazioni non obbligatorie, come antipneumococcica (da 88,4% a 90,84% in un anno) e antimeningococcica C (da 80,7% a 83,06%). Confermano il trend generale positivo le coperture vaccinali nazionali a 36 mesi, che monitorano anche i bambini ritardatari "recuperati" e mostrano valori più alti rispetto a quelli rilevati per la stessa coorte di nascita a 24 mesi l'anno precedente. Ad esempio, i nati nel 2014 avevano una copertura anti-polio a 95,05% a 36 mesi, +1,72% rispetto a quella registrata a 24 mesi. Anche in questo caso l'aumento è più marcato per il morbillo, con copertura per la stessa coorte di nascita all'87,26% a 24 mesi e al 92,38% a 36. Dinamiche simili, con un andamento sempre in crescita, si riscontrano per le coperture negli altri step presi in considerazione dal ministero per la sua analisi: a 48 mesi, in età prescolare 5-6 anni, entro gli 8 anni e nell'adolescenza. In generale, si legge nel report, "la copertura media nazionale delle vaccinazioni è oggi significativamente in aumento e, per alcune, prossima alla soglia raccomandata dall'Oms del 95%", scrive il ministero della Salute. Questa la situazione al 31 dicembre 2017 sui nati del 2015: tetano, pertosse, difterite e poliomielite: 94,6%; epatite B 94,3%; Haemophilus influenzae b 94,2%; morbillo 91,7%; rosolia e parotite: 91,6%; varicella: 45,6%. Tra Regione e Regione, però, la situazione cambia molto. Per la poliomielite, per esempio, il Lazio sfiora il 97% e il Piemonte il 96%, mentre la provincia autonoma di Bolzano non arriva all'86% e la Sicilia supera di poco il 91%. Squilibri analoghi per il morbillo, con una copertura che supera il 95% nel Lazio e gli si avvicina in Piemonte, ma che crolla all'85% in Sicilia e addirittura a meno del 72% a Bolzano. Secondo il ministro Lorenzin «i dati sono estremamente confortanti nella fascia 0/6 anni e per i primi mesi del 2018 ci aspettiamo un incremento ancora maggiore. La maggior parte delle regioni ha raggiunto incrementi notevolissimi, ma ne restano 5 - ha sottolineato - ancora con una forte resistenza alle vaccinazioni e un incremento non sufficiente, soprattutto sul morbillo: la Provincia autonoma di Bolzano, il Friuli-Venezia Giulia, le Marche, l'Abruzzo e la Sicilia. Ma siamo confidenti per questi primi mesi dell'anno».

Il ministro ha ancora spiegato che «dobbiamo raggiungere ovunque il 95% di copertura sugli 0/6 anni e alzare le percentuali per i 6/16 anni, altrimenti restiamo a rischio. Non abbiamo risolto, stiamo raggiungendo gli obiettivi: avremo risolto quando non avremo più casi nè morti. L'arma principale è la prevenzione, serve un grande lavoro di prevenzione a prescindere dall'obbligatorietà della legge, così come è importante la vaccinazione degli anziani e quella in gravidanza. Il Ministero della Salute non vuole puntare l'indice, ma valutare: siamo disponibilissimi a sostenere tutti nel promuovere ed aiutare, si lavora con una collaborazione interistituzionale. Ma le campagne di informazione tradizionali funzionano poco, serve molto di più un lavoro sui social e coinvolgendo pienamente le società scientifiche, i pediatri e i medici di medicina generale: nei singoli territori in cui sono stati più proattivi abbiamo avuto grandi risultati, è la strada da seguire», ha concluso Lorenzin.

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