Sanità

mag272022

Vaccino pneumococcico, Cittadinanzattiva: coinvolgere farmacia dei servizi per somministrazione

Vaccino pneumococcico, Cittadinanzattiva: coinvolgere farmacia dei servizi per somministrazione

Per migliorare la copertura della vaccinazione pneumococcica, servono accordi specifici con Mmg e coinvolgimento della farmacia dei servizi su somministrazione


C'è poca informazione, bassa copertura con difformità territoriali, sulla vaccinazione pneumococcica, servono accordi specifici con i medici di famiglia e coinvolgimento della farmacia dei servizi come ulteriore punto di somministrazione della vaccinazione pneumococcica. Questa la proposta di Cittadinanzattiva sulla base di quanto emerso dall'indagine "Vaccinazione Pneumococcica nell'adulto: proposte per un accesso equo e consapevole. Focus in adulti >/= 65 anni e soggetti con patologia o con condizioni predisponenti" realizzata con il contributo non condizionato di Pzifer.

Mmg, medico specialista, farmacisti e internet fonti di informazione

Nella stagione invernale 2021-2022 un intervistato su due non ha ricevuto la vaccinazione pneumococcica perché non gli è stata proposta (62,7%) e non la conosce (17,9%). Tra i soggetti intervistati, il 47,6% l'ha ricevuta, ma solo il 19,5% contestualmente ad altra vaccinazione, mentre il 28,1% in momenti diversi. Incrociando il dato tra coloro che non hanno ricevuto la vaccinazione pneumococcica (52,3%) e la fascia di età 65-70 anni, il 34,5% riferisce di essere stato contattato solo per la vaccinazione antinfluenzale e anti Covid-19. Solo l'1,8% degli aventi diritto ha ricevuto la lettera da parte della ASL con l'invito ad aderire alla vaccinazione pneumococcica.
Centrale la figura del medico di medicina generale nel 65% dei casi è la principale fonte di informazione sulle vaccinazioni raccomandate e gratuite, il 27% dei cittadini si affida anche ai siti internet istituzionali, il 22,8% al medico specialista e al farmacista. La vaccinazione antinfluenzale e antipneumococcica non "hanno viaggiato insieme" nel 22,5% dei casi: tra i motivi spicca con un 63% l'aver fissato un nuovo appuntamento in una seduta diversa e un 20% che ha suggerito la co-somministrazione ma non ha proceduto a causa del rifiuto da parte dell'assistito; il 14,8% ha invece segnalato l'indisponibilità di dosi di vaccino anti-pneumococcico e il 13% ha riferito come ostacolo i tempi limitati rispetto alle visite di controllo.

Coinvolgere farmacia dei servizi come punto di somministrazione vaccini

"Le vaccinazioni non riguardano solo i più piccoli e gli adolescenti. Nell'interesse del singolo e della collettività c'è bisogno di concrete politiche sanitarie per gli adulti e le persone con patologia. Per questo occorre subito un uniforme e programmato monitoraggio delle coperture da pneumococco negli adulti, così come già accade per il vaccino antinfluenzale. Si lavori però contestualmente sull'ampliamento dei punti di accesso alla vaccinazione attraverso: la sottoscrizione di un accordo nazionale con i medici di medicina generale che contribuisca a contrastare le difformità regionali e a realizzare comuni strategie di intervento sul territorio nazionale; coinvolgendo la farmacia dei servizi come ulteriore punto di somministrazione della vaccinazione pneumococcica; favorendo la collaborazione di tutti - pneumologi, diabetologi, oncologi ed altri specialisti - per stimolare i pazienti a considerare la vaccinazione pneumococcica uno strumento di tutela della propria salute; inserendo la stessa vaccinazione nei PDTA per favorire e semplificare l'accesso da parte dei pazienti cronici. Le associazioni di pazienti e cittadini continueranno a costruire fiducia nella vaccinazione e ad operare sulla corretta informazione.", ha dichiarato Valeria Fava, responsabile politiche della salute di Cittadinanzattiva.

Mandelli: estendere ruolo farmacisti vaccinatori a altre malattie

Il ruolo attivo dei farmacisti nelle vaccinazioni grazie alla conversione in legge del decreto riaperture, "è ormai acquisito e possiamo andare oltre la stagione delle sperimentazioni, dopo due anni di pandemia non c'è prova del fuoco più efficiente - ha detto ha detto Andrea Mandelli, presidente della Federazione degli Ordini dei Farmacisti Italiani (Fofi), intervenendo alla presentazione dell'indagine. E ha ricordato che si sta sforando i "3 milioni di dosi di vaccino per il Covid fatti in farmacia, nonostante in alcune regioni". Secondo Mandelli i farmacisti hanno un punto di forza in più "la capillarità. Gli hub vaccinali possono aumentare difficoltà e senso di spersonalizzazione nel paziente anziano. Inoltre, quest'ultimo, se non capisce qualcosa o ha un dubbio, il giorno la vaccinazione torna dal farmacista sotto casa e trova un professionista che già conosce bene a cui fare domande . Non deve contare su un parente per farsi portare all'hub".
Il farmacista, ha aggiunto Mandelli, può avere un ruolo anche sulla promozione della vaccinazione e un altro passo avanti sarebbe formarli, come accade in francia dove "in base a una recente legge, il farmacista potrà prescrivere vaccinazioni ai cittadini e 15 vaccinazioni diverse saranno disponibili dal primo ottobre nelle farmacie francesi".
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