mar252013
Vescica iperattiva, Eau: riflettori puntati sul capostipite dei beta-3-agonisti
Una nuova classe di farmaci per il trattamento della sindrome della vescica iperattiva, con un profilo di efficacia e sicurezza più favorevole rispetto agli antimuscarinici: sono i beta-3-agonisti, il cui capostipite, mirabegron, è stato presentato a Milano
Una nuova classe di farmaci per il trattamento della sindrome della vescica iperattiva, con un profilo di efficacia e sicurezza più favorevole rispetto agli antimuscarinici: sono i beta-3-agonisti, il cui capostipite, mirabegron, è stato presentato a Milano, nel corso del 28° Congresso annuale dell’European association of urology (Eau). «L’effetto è mediato dai recettori beta-3, distribuiti nella parete vescicale, i quali consentono il rilasciamento della vescica stessa durante la fase di riempimento senza influire sulla fase di svuotamento» spiega Stefano Salvatore, responsabile dell’Unità funzionale di Uroginecologia, presso l’Ospedale San Raffaele di Milano. «In altri termini, la vescica riesce ad accomodare volumi via via crescenti e ciò determina una ridotta numerosità di episodi minzionali durante il giorno, una minore urgenza minzionale in termini quantitativi, e un diminuito numero di episodi di incontinenza da urgenza». Altri vantaggi dei beta-3-agonisti? «Non svolgono azioni in fase di svuotamento: pur rilasciando la vescica non determinano un aumento del residuo post-minzionale. Inoltre, il miglioramento della qualità di vita è assolutamente significativo e, al di là dell’efficacia, la sicurezza del farmaco è sicuramente buona. Basti pensare che l’effetto collaterale più rilevante degli antimuscarinici è la secchezza della bocca (il motivo più importante per l’abbandono del trattamento) mentre nel caso dei beta-3-agonisti è paragonabile a un placebo. Inoltre, si è visto che mirabegron è efficace anche in pazienti che non rispondono agli antimuscarinici». Come si colloca nell’armamentario terapeutico questo farmaco (già approvato dall’Ema, ma non ancora disponibile in Italia)? «È una molecola di ottima efficacia, anche nei non responders agli antimuscarinici, rispetto ai quali si pone come valida alternativa quale prima linea di trattamento, mostrando un profilo di sicurezza superiore». Un processo, afferma Salvatore, che verrà influenzato dalla revisione in corso dei criteri di rimborsabilità degli antimuscarinici e da eventuali future decisioni in tal senso sui beta-3-agonisti.