mar142014
Zuccheri semplici, Oms: dimezzarne l’apporto quotidiano
L’Organizzazione mondiale della sanità vorrebbe portare il limite di apporto energetico proveniente dagli zuccheri al 5% del totale, come già suggerito dalla American heart association, dimezzando di fatto la quota che raccomandava nelle sue linee guida del 2002. Dice Tarik Jasarevic, portavoce Oms a Ginevra: «La relazione tra apporto di zuccheri assunti con la dieta e peso corporeo è in discussione da anni, ed è ormai noto che saccarosio, glucosio e fruttosio portano, a parità di introito calorico, a un accumulo di grassi maggiore rispetto al consumo di carboidrati non raffinati». Ora da un numero crescente di studi emerge che ad un aumento del consumo di bevande zuccherate si associa un aumento lineare del rischio di sovrappeso e obesità. Da qui la rimessa in discussione di quale sia l'apporto raccomandabile, motivo per il quale l’Oms ha aperto un aconsultazione pubblica online. In attesa che ne sortiscano nuove linee guida, si ricorda che il dato reale si attesta oggi negli Stati Uniti e in Gran Bretagna sul 15% e in Italia, secondo stime dell'Inran, intorno all’11%. Continua Jasarevic: «Il focus dell’iniziativa sono gli zuccheri semplici: monosaccaridi come fruttosio, glucosio e galattosio e disaccaridi some saccarosio, maltosio e lattosio, nascosti in enormi quantità non tanto nello zucchero da tavola, quanto nei prodotti alimentari come bevande zuccherate, bevande alla frutta, torte, dessert al latte, biscotti e caramelle». Tanto per fare un esempio, una lattina di cola contiene circa 35 grammi di zucchero, equivalenti a 140 calorie prive di nutrienti essenziali: calorie vuote che alimentano obesità e malnutrizione, diminuendo l'apporto nutritivo della dieta giornaliera. L’Oms ritiene che dimezzando il consumo di zucchero ci sia più spazio nella dieta per cibi più nutrienti a base di fibre e proteine.