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01 Dicembre 2023 Stanno cambiando gli indicatori del monitoraggio la rilevazione dell’andamento dei contagi da Covid-19 e si pensa a un potenziamento del territorio. In merito ai test diagnostici in farmacia, un punto sulle indicazioni su quali siano quelli eseguibili dai farmacisti
L’intenzione di potenziare il ruolo del territorio riguarda anche la rilevazione dell’andamento dei contagi da Covid-19: «Stiamo cambiando gli indicatori del monitoraggio e anche grazie al ruolo di sentinella dei medici di medicina generale puntiamo ad avere una mappatura più precisa». Lo ha detto Francesco Vaia, direttore Prevenzione del ministero della Salute. Intanto, in merito ai test diagnostici in farmacia, vengono ribadite le indicazioni su quali siano quelli eseguibili dai farmacisti.
Verso cambiamento indicatori Covid con potenziamento del territorio
«Siamo al lavoro con l'Iss» ha detto Vaia, ospite di SkyTg24 per «cambiare gli indicatori del monitoraggio Covid, anche con i medici di famiglia, con i quali stiamo consolidando un rapporto che, attraverso il loro ruolo di sentinella sul territorio, ci consentirà una mappatura più precisa». L’obiettivo è quello di «evitare una sottovalutazione» della situazione. Il concetto era emerso anche ieri quando era stato sottolineato che «il registro di sorveglianza dei dati sottostima i contagi perché si basa sui test che non fa quasi più nessuno». Con «gli indicatori nuovi» continua Vaia «non faremo tamponi inutili, ma i dati saranno più in linea con quella che è oggi la malattia e ci permetteranno di comprendere meglio in cosa esiti. Il modello dovrebbe essere quello già usato per il monitoraggio settimanale dell'influenza da parte dell'Iss, l'Istituto superiore di sanità, con i pediatri e i medici di famiglia», ma da ultimo a essere potenziato è il ruolo stesso del territorio. Anche perché requisito per il funzionamento del modello è «ci sia una buona adesione da parte dei medici» e su questo si è «al lavoro».
A oggi, a ogni modo, in riferimento alla situazione epidemiologica, in Italia «dobbiamo stare attenti, ma non ci dobbiamo preoccupare». Quanto ai vaccini, cresce la disponibilità, anche se la campagna non ha ancora preso il ritmo che si sperava. Si attende una nuova circolare alle Regioni, con anche le indicazioni sui vaccini in arrivo: «A breve sono in arrivo 1,5 milioni di dosi di vaccino su base proteica e una seconda consegna, di 1,4 milioni di dosi, è attesa per il 4 dicembre».
Cresce ruolo della farmacia in early diagnosis. Ecco le indicazioni
In merito ai test diagnostici, va detto, cresce l’utilizzo in farmacia, non solo in relazione ai tamponi Covid. «La farmacia», d’altra parte, ha detto Andrea Mandelli, presidente Fofi, nella Relazione al Consiglio nazionale della Federazione «è uno dei presidi su cui puntare per migliorare la qualità dell’assistenza sanitaria» anche rispetto «alla prevenzione e alla diagnosi». Si tratta di «un centro di competenze da mettere a sistema e da riconoscere in termini di ruoli. Nel nuovo corso, la farmacia può e deve significare omogeneità dei servizi sul territorio». In questo senso, frontiera fondamentale è la «early diagnosis, ossia la diagnosi precoce. Visti i notevoli passi avanti, sul fronte delle vaccinazioni in farmacia, adesso la sfida consiste nel potenziare i test diagnostici eseguibili da parte dei farmacisti. Se è vero che la precocità della diagnosi si gioca tutta sulla tempestività dei test e degli screening – nonché sulla loro estensione, per ovvie ragioni statistiche – allora diventa cruciale rendere disponibili questi test dove i cittadini sono più disposti o hanno più facilità a riceverli. In altre parole, la prossimità è concetto fondamentale anche nel momento in cui si vuole delineare un sistema di prevenzione efficace». Notevole in questa direzione è l’esperienza della Liguria in cui «i cittadini, dotati di prescrizione del medico, possono effettuare un ECG o un holter – cardiaco o pressorio – come prestazione rimborsata dal Servizio sanitario».
Ma, in generale, rilevanti per «la early diagnosis sono tutti i test praticabili in farmacia, intendendoli, tuttavia, non solo come prodotto o dispositivo, ma soprattutto come atto sanitario indispensabile a ottenere una risposta diagnostica».
Dal ministero: test eseguibili da farmacista quando referto non richiede firma medico
Al riguardo un passaggio importante che va ricordato è la recente circolare del ministero della Salute (28 luglio 2023) che, rispondendo a un quesito avanzato da Fofi e Federfarma proprio «sulle tipologie di test diagnostici che il farmacista può effettuare in farmacia», aveva chiarito come “non si ravvisano elementi di contrasto tra la normativa e la possibilità per il farmacista di effettuare in farmacia test diagnostici ad uso professionale», che non siano destinati dal produttore ad essere usati nei laboratori di analisi. “I dispositivi ad uso professionale utilizzabili in farmacia” ha ricordato anche Federfarma “sono i cosiddetti near patient testing (NPT) o point of care test (POCT). Si tratta di dispositivi medici per analisi decentrate definiti come qualsiasi dispositivo che non sia destinato all'autotest ma è destinato all'esecuzione di test al di fuori di un ambiente di laboratorio, generalmente vicino o al fianco del paziente da parte di un operatore sanitario. Tali test diagnostici ad uso professionale, pertanto, sono utilizzabili autonomamente dal farmacista in farmacia quando i relativi referti non devono essere firmati da un medico di laboratorio o da altro professionista, all’interno del laboratorio, specificamente individuato (come ad esempio il direttore tecnico di laboratorio, che può essere solo ed esclusivamente un medico, un biologo o un chimico).”
Possibile lettura estensiva. Ora un ruolo lo hanno anche gli sviluppatori
Per Mandelli, come si legge nella Relazione, ne è emersa «una lettura incoraggiante» in quanto «estensiva. In altre parole, secondo la lettera della legge, non dovrebbero essere limitati ai farmacisti solo test diagnostici a questi esplicitamente destinati. Al contrario, potrebbero da loro essere effettuati a eccezione di quelli espressamente riservati ad altri professionisti. Starà, quindi, anche agli sviluppatori e ai produttori dei test del futuro, in fase registrativa, valorizzare gli aspetti tecnologici che potranno consentire anche ai farmacisti di effettuarli in sicurezza, garantendo la significatività diagnostica del risultato. Ricordando che più prestazioni nelle mani dei farmacisti significherà anche, quasi sempre, accesso più ampio ai test per i cittadini e, quindi più efficacia dell’azione di prevenzione e diagnosi precoce».
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