Politica e Sanità

16 Novembre 2011

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E’ ancora polemica sulla Regione Lazio. Questa volta l’accusa arriva dalla Fials Confsal per bocca del suo segretario regionale Gianni Romano, che in una nota giudica "inaccettabile il provvedimento che la Regione ha inviato il 21 agosto scorso alle aziende sanitarie pubbliche"."Pur di evitare un nuovo commissariamento - tuona Romano - la Regione inizia ad attuare il programma per il piano di rientro dal disavanzo del settore sanitario inviando a tutti i direttori generali delle Asl e delle Aziende ospedaliere, degli Irccs e dei Policlinici universitari una circolare per informarli che, dal 21 agosto, non potranno essere più stipulati i contratti di collaborazione che configurano nuove spese anche per il personale impiegato nei servizi di continuità assistenziale e nelle strutture specialistiche ambulatoriali. Vale a dire - semplifica il sindacalista - che i medici in servizio a tempo determinato e di ruolo che prestano servizio a oggi come specialisti ambulatoriali, come specialisti di urgenza ed emergenza, e come guardia medica a scadenza del contratto o in caso di dimissioni volontarie, non potranno essere rimpiazzati senza il preventivo nulla osta con decreto motivato del presidente Marrazzo. Una misura che provocherà - sottolinea Romano - un disagio enorme per l''organizzazione del servizio di continuità assistenziale e un iter burocratico farraginoso per garantire il fabbisogno di personale per la medicina specialistica ambulatoriale. Non è d’accordo e per ovvi motivi, Luigi D''Elia, direttore generale del San Giovanni Addolorata, una delle aziende ospedaliere in questione. “La decisione dell''azienda di ridurre da tre a due i chirurghi di guardia - spiega il manager - è legata al nuovo assetto organizzativo, che deriva dall''approvazione del nuovo atto aziendale e serve anche a far fronte alle necessità di contenimento della spesa per l''attuazione del piano di rientro”.