Ipercolesterolemia familiare, puntare su prevenzione e compliance
Diagnosi tempestiva, cure adeguate e adeguata compliance terapeutica. Su questi cardini dovrebbe poggiare il trattamento dell'ipercolesterolemia familiare. Se ne è parlato a Roma durante una tavola rotonda che si è tenuta il 24 settembre, presso la sala stampa della Camera dei deputati. L'evento è stato promosso da Sanofi, in collaborazione con il Gruppo italiano pazienti per l'ipercolesterolemia familiare (Gip-Fh) e Società italiana per lo studio dell'aterosclerosi (Sisa), in occasione della prima Giornata europea di sensibilizzazione su questo pericoloso fattore di rischio per patologie cardiovascolari, prima fra tutte l'infarto del miocardio. Alla discussione hanno preso parte rappresentanti delle istituzioni, dei medici e dei pazienti. Per i primi erano presenti Federico Gelli, medico componente della Commissione affari sociali della Camera e Andrea Mandelli, farmacista, presidente della Fofi (Federazione degli ordini dei Farmacisti) e membro della Commissione della programmazione economica e del bilancio del Senato. Nel nostro Paese l'ipercolesterolemia familiare riguarda circa 250.000 persone ma come ha affermato Gelli, «è ancora poco conosciuta e viene diagnosticata solo all'1% dei pazienti, mentre in altri paesi europei, come l'Olanda la percentuale sale al 70%. Dobbiamo impegnarci nell'alzare la soglia dell'attenzione su questa patologia, diffondendo il più possibile informazioni in materia e mettendo in condizioni di efficienza le strutture sanitarie territoriali, per mezzo dei medici di famiglia, che hanno il polso della storia familiare dei pazienti, e dei farmacisti». Incorrere in una patologia cardiovascolare oltre a mettere a rischio la vita delle persone aggiunge un carico gravoso in termini di costi sociali ed economici. Il tema della diagnosi precoce è stato ricordato anche da Andrea Mandelli. «Iniziare prima possibile una terapia adeguata», ha dichiarato il senatore, «è fondamentale per salvare la vita al paziente e per risparmiare enormi quantità di risorse. La medicina del territorio si deve impegnare, una volta che la terapia è stata prescritta, nella verifica che questa venga seguita adeguatamente, allo scopo di garantirne il successo. Ne va non solo della salute della popolazione ma anche della sostenibilità dell'assistenza sanitaria. Per questo, come farmacisti, siamo pronti a collaborare, anche nell'ambito della farmacia dei servizi».
Gianluca Casponi
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