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Politica e Sanità

13 Ottobre 2015

Re I-Mur, Fofi: l'intervento del farmacista migliora aderenza e stato di salute


L'intervento del farmacista a supporto dell'aderenza alla terapia migliora lo stato di salute del paziente e determina di conseguenza una riduzione dei costi sanitari correlati alla malattia. Lo evidenziano i risultati, presentati a Roma, del progetto I-Mur della Fofi (Federazione ordini dei farmacisti italiani) e in particolare di uno studio randomizzato e clusterizzato - denominato Re I-Mur - che ha coinvolto centinaia di farmacisti e pazienti in 15 Regioni. Il tutto prendendo come modello l'asma, una malattia cronica che riguarda quasi il 7% della popolazione italiana. Lo studio ha coinvolto 216 farmacisti e 884 pazienti, suddivisi in due gruppi, il gruppo A e gruppo B, che sono stati sottoposti all'I-Mur (Italian Medicines Use Review) in momenti diversi della sperimentazione, così che il gruppo B potesse servire da controllo al gruppo A. L'analisi dei dati raccolti rivela che dopo l'intervento del farmacista, la percentuale totale dei pazienti con asma controllata è aumentata dal 43,7% al 54,4% indicando un incremento percentuale pari al 25%. Migliora quindi lo stato di salute, in tutte le Regioni e in tutte le fasce di età e, di conseguenza, diminuiscono i costi sanitari determinati dalla malattia, a cominciare da quelli relativi ad accessi al pronto soccorso e ricoveri. «I dati sono molto eloquenti - sottolinea il presidente della Fofi, Andrea Mandelli (foto) - e confermano due aspetti fondamentali. Il primo è la validità della visione del farmacista che partecipa al processo di cura a fianco del medico e degli altri operatori sanitari sul territorio senza invasioni di competenze ma sviluppando il suo ruolo specifico di specialista del farmaco. Il secondo è che il farmacista italiano è in grado di erogare, adeguatamente formato, prestazioni professionali avanzate come e a volte meglio dei colleghi europei. Infine abbiamo dimostrato secondo le regole della medicina basata sulle evidenze che il Servizio sanitario nazionale trova nel farmacista di comunità una risorsa fondamentale per migliorare l'assistenza sul territorio e contribuire alla sostenibilità economica del sistema». La chiave dell'intervento del farmacista è la revisione dell'uso dei medicinali che in inglese si chiama medicines use review (Mur), una prestazione che le farmacie accreditate erogano in Gran Bretagna dal 2005, che consiste in un'intervista nella quale il farmacista si accerta se il paziente segue le indicazioni del medico oppure dimentica di assumere i medicinali prescritti, se riesce a usarli correttamente, se incontra difficoltà, se accusa effetti collaterali o, ancora, se assume altri medicinali che possono interferire sia con la sua malattia sia con le cure prescritte. Rilevate eventuali criticità, il farmacista dà le indicazioni del caso al paziente e provvede contestualmente a informare il medico curante. «È stata scelta l'asma - spiega Andrea Manfrin della Medway School of Pharmacy dell'Università del Kent, che ha realizzato lo studio - perché offre dei vantaggi metodologici, per esempio è più semplice valutare il controllo della malattia e i miglioramenti o i peggioramenti si manifestano in poco tempo, ma quanto dimostrato a proposito dell'asma può essere esteso alle patologie croniche nel loro complesso». La federazione degli Ordini dei Farmacisti italiani è impegnata da tempo nel definire i contenuti di questo complesso processo di trasformazione e crescita della professione, in un'ottica che sappia sviluppare i contenuti della pharmaceutical care, intesa come nuovo modello di pedagogia professionale. «Riteniamo - ha precisato Luigi D'Ambrosio Lettieri vice presidente Fofi - che il farmacista debba fare un salto sostanziale nella qualificazione della sua attività, integrando la tradizionale e consolidata attività di dispensazione responsabile del farmaco, con l'erogazione di quella particolare assistenza al paziente che consenta di approntare una trattamento farmacologico con lo scopo di ottenere: un elevato livello di aderenza terapeutica, il pieno raggiungimento degli obiettivi terapeutici predefiniti (certezza dell'efficacia), il miglioramento della qualità della vita del paziente, il possibile contenimento della spesa».

Rossella Gemma

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