Centrali uniche rivoluzionano acquisti Ssn, Assobiomedica teme tagli a qualità
Si parte con le siringhe, poi tocca a stent ed altre 17 categorie merceologiche tra beni e servizi. Per loro da quest'anno le compere non le fanno le singole aziende sanitarie, ma si procede con gara unica, affidata a una delle 33 centrali di acquisto definite da un decreto dell'aprile 2014 (una nazionale -la Consip- 21 regionali e le altre a livello di provincia o d'area vasta). Per meglio dire, per acquistare vaccini, farmaci e siringhe ma anche guardiania e lavanderia ed altri beni o servizi, Asl e ospedali possono provvedere autonomamente solo entro la soglia di 40 mila euro, mentre per stent, defibrillatori ed altri presidi dovranno attenersi alle soglie europee. Con i nuovi sistemi di acquisto il servizio sanitario dovrebbe risparmiare tra il 20% (stima del ministro della Salute) e il 50% (stima del presidente Consip Luigi Marroni): le centrali d'acquisto potranno d'altronde rifarsi alle tipologie di gara che nelle altre realtà hanno dato migliori efficienze. Assobiomedica avverte in una nota: i produttori di dispositivi medici in Italia non sono contrari agli acquisti centralizzati, «soprattutto quando consentano di ridurre i costi amministrativi e burocratici delle procedure; occorre però che questi vengano effettuati considerando che i dispositivi in questione non sono beni di largo consumo, ma fattori produttivi sofisticati, dalle cui caratteristiche e modalità di impiego nei processi sanitari dipende la qualità delle prestazioni di assistenza sanitaria erogate ai cittadini. Proprio ai fini della qualità delle prestazioni è dunque auspicabile che la scelta della formula di acquisto tenga conto delle peculiarità dei dispositivi medici rispetto ad altri beni e servizi non sanitari». Altro tema: come impatteranno le nuove regole sull'esistente? I dati dell'Assessorato alla Salute della Lombardia resi noti da Corsera danno conto di 500 rinnovi di contratti preesistenti, formula con cui si bypassa la gara d'appalto. Sempre in Lombardia, il decreto impatta su una realtà dove su un giro d'acquisti da 4 miliardi la centrale regionale Arca gestisce gare per il 15% del valore e la Consip, centrale nazionale, per solo il 3,68%. Il resto delle gare sono indette dalle centrali di Asl e Ospedali, ancora pienamente operative (42%) o con gare aggregate che coprono il 36% del valore. Difficile dunque prevedere l'impatto di una normativa così "netta". E difficile non paventare effetti da taglio lineare, gli stessi che teme Assobiomedica, la quale ha di recente prodotto un documento in cui segnala 30 criticità delle gare attuali più quattro specifiche con Consip. Tra le "zeppe" citiamo: l'erronea o incongrua determinazione delle basi d'asta; la scelta del criterio d'aggiudicazione al prezzo più basso; la ripartizione squilibrata del punteggio qualità prezzo; l'inidoneità dei criteri di valutazione dell'offerta più vantaggiosa; la formulazione errata dei lotti; l' imposizione a tutti i concorrenti di costituirsi nella medesima forma soggettiva per tutti i lotti posti a gara; la richiesta di certificazioni Uni En Iso per l'ammissione al bando; aggravi procedimentali e nei sistemi di pagamento, il recesso unilaterale dal contratto, e infine la durata degli appalti che per legge può estendersi a 9 anni, e sono già troppi. «Un mercato "congelato" per un elevato numero di anni, standardizzato e con pochi fornitori - spiegano in Assobiomedica - impedirebbe nei fatti l'accesso tempestivo dell'innovazione tecnologica di qualità, minando l'universalismo del nostro Ssn». La centralizzazione rischia inoltre «di portare a una standardizzazione delle forniture, quindi a massificare, mentre il mercato dei dispositivi medici è fatto di forniture complesse, articolate, differenziate, ad elevata frequenza di innovazione. In una sanità moderna che sta muovendo passi da gigante verso la medicina personalizzata i bisogni dei pazienti non possono essere considerati standardizzabili e dunque gli acquisti non possono essere massificati».
Mauro Miserendino
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A cura di Luca Guizzon (Farmacista clinico territoriale, esperto di fitoterapia)