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Politica e Sanità

25 Marzo 2016

Enpaf, Conasfa: contribuzione diventi facoltativa per farmacisti dipendenti


L'istanza dominante e più sentita dei farmacisti dipendenti, in tema di previdenza, rimane quella di un Enpaf facoltativo, la cui normativa attuale sempre più difficilmente si concilia con la precarietà lavorativa e le nuove forme di assunzione come lo stage e le prestazioni con i voucher. È quanto è emerso dal convegno organizzato da Conasfa, dal titolo "Ente Nazionale Previdenza Assistenza Farmacisti: la parola ai farmacisti collaboratori", svoltosi durante i lavori di FarmacistaPiù lo scorso fine settimana a Firenze. Tanti i temi al centro del convegno dai preoccupanti dati sulla disoccupazione, al rinnovo del Ccnl passando per l'abusivismo professionale e soprattutto per il Ddl concorrenza. Nell'introduzione dei lavori, affidata a Patrizia Mallevadore, consigliere Conasfa, si è evidenziato il lavoro fatto dalla Federazione in questi ultimi anni, portate alla luce le criticità della previdenza dei farmacisti e le proposte in materia, ricordando la riforma dell'assistenza Enpaf e l'allungamento della finestra di disoccupazione da 5 a 7 anni (già approvate dal consiglio Nazionale Enpaf negli ultimi mesi e in attesa di approvazione ministeriale). Ma dalla relazione è emerso, soprattutto, che l'istanza dominante e più sentita, rispetto alle richieste inviate dai farmacisti dipendenti, rimane quella di un Enpaf facoltativo. «Di questa richiesta - fa sapere Conasfa in una nota - continueremo ad essere portavoce, pur nella consapevolezza del non facile percorso legislativo necessario e dei falliti tentativi di alcuni ddl nelle precedenti legislature (13^, 14^, 15^ e 16^)».

Per quanto riguarda le ipotesi di riforma previdenziale in studio, Conasfa fa sapere di aver sollecitato l'Ente a verificare tutte le soluzioni possibili perché non si arrechino aggravi contributivi ai farmacisti dipendenti. «Il ventilato passaggio al sistema contributivo da parte dell'Enpaf - dichiara Conasfa in una nota - si augura che possa risolvere alcune criticità importanti ad oggi rilevate. Tra queste la norma del regolamento sulla perdita dei requisiti di lavoro dipendente o di disoccupazione certificata dal centro per l'impiego con conseguente perdita della riduzione massima, meccanismo che in teoria "dovrebbe automaticamente sparire" con l'applicazione di un'aliquota previdenziale». Altro aspetto importante per l'Associazione, emerso dal tavolo di confronto, è la necessità di migliorare ulteriormente la comunicazione tra gli iscritti e l'Enpaf, ma anche con gli Ordini: prima fonte d'informazione per il neolaureato. Dal convegno, poi, è emerso che la precarietà lavorativa, le nuove forme di assunzione assolutamente inidonee all'elevata professionalità del farmacista, come lo stage e le prestazioni con i voucher, si conciliano sempre più difficilmente con l'attuale normativa Enpaf. Per Conasfa, insomma, è necessario che il farmacista non titolare libero professionista o borsista a basso reddito, possa usufruire all'interno di un nuovo sistema contributivo, di un'aliquota previdenziale agevolata affinché possa conquistare e mantenere spazi di professionalità anche al di fuori della farmacia del territorio. Ma l'Ente rassicura: secondo quanto riferito dal vice presidente dell'Enpaf, Paolo Savigni presente al tavolo di discussione, l'ipotesi di riforma prevede l'applicazione di un'aliquota contributiva del 12% per gli iscritti solo all'Enpaf e dell'1% per coloro che hanno un'altra previdenza obbligatoria. E il nuovo regolamento dell'assistenza al vaglio dei ministeri introdurrebbe alcune novità che vanno incontro alle esigenze degli iscritti in situazioni di maggior disagio ma anche interventi che prescindono dal bisogno economico e riguardano l'assistenza sanitaria integrativa, di cui Conasfa ne auspica l'ingresso. E nonostante le buone pratiche annunciate proprio dal vice presidente dell'Enpaf, Conasfa assicura che il suo impegno sarà quello di poter visionare con maggiore attenzione l'attuale ipotesi di riforma previdenziale, valutandone l'impatto sugli iscritti. «Siamo altresì disponibili - si legge sempre nella nota Conasfa - a successivi tavoli di confronto con Enpaf e con gli altri rappresentanti di categoria, per fornire il suo contributo in maniera costruttiva, affinché la riforma previdenziale possa abolire le criticità attuali e tutelare maggiormente i farmacisti non titolari, la maggioranza numerica degli iscritti all'ente».

Rossella Gemma

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