Politica e Sanità
25 Marzo 2016Per quanto riguarda le ipotesi di riforma previdenziale in studio, Conasfa fa sapere di aver sollecitato l'Ente a verificare tutte le soluzioni possibili perché non si arrechino aggravi contributivi ai farmacisti dipendenti. «Il ventilato passaggio al sistema contributivo da parte dell'Enpaf - dichiara Conasfa in una nota - si augura che possa risolvere alcune criticità importanti ad oggi rilevate. Tra queste la norma del regolamento sulla perdita dei requisiti di lavoro dipendente o di disoccupazione certificata dal centro per l'impiego con conseguente perdita della riduzione massima, meccanismo che in teoria "dovrebbe automaticamente sparire" con l'applicazione di un'aliquota previdenziale». Altro aspetto importante per l'Associazione, emerso dal tavolo di confronto, è la necessità di migliorare ulteriormente la comunicazione tra gli iscritti e l'Enpaf, ma anche con gli Ordini: prima fonte d'informazione per il neolaureato. Dal convegno, poi, è emerso che la precarietà lavorativa, le nuove forme di assunzione assolutamente inidonee all'elevata professionalità del farmacista, come lo stage e le prestazioni con i voucher, si conciliano sempre più difficilmente con l'attuale normativa Enpaf. Per Conasfa, insomma, è necessario che il farmacista non titolare libero professionista o borsista a basso reddito, possa usufruire all'interno di un nuovo sistema contributivo, di un'aliquota previdenziale agevolata affinché possa conquistare e mantenere spazi di professionalità anche al di fuori della farmacia del territorio. Ma l'Ente rassicura: secondo quanto riferito dal vice presidente dell'Enpaf, Paolo Savigni presente al tavolo di discussione, l'ipotesi di riforma prevede l'applicazione di un'aliquota contributiva del 12% per gli iscritti solo all'Enpaf e dell'1% per coloro che hanno un'altra previdenza obbligatoria. E il nuovo regolamento dell'assistenza al vaglio dei ministeri introdurrebbe alcune novità che vanno incontro alle esigenze degli iscritti in situazioni di maggior disagio ma anche interventi che prescindono dal bisogno economico e riguardano l'assistenza sanitaria integrativa, di cui Conasfa ne auspica l'ingresso. E nonostante le buone pratiche annunciate proprio dal vice presidente dell'Enpaf, Conasfa assicura che il suo impegno sarà quello di poter visionare con maggiore attenzione l'attuale ipotesi di riforma previdenziale, valutandone l'impatto sugli iscritti. «Siamo altresì disponibili - si legge sempre nella nota Conasfa - a successivi tavoli di confronto con Enpaf e con gli altri rappresentanti di categoria, per fornire il suo contributo in maniera costruttiva, affinché la riforma previdenziale possa abolire le criticità attuali e tutelare maggiormente i farmacisti non titolari, la maggioranza numerica degli iscritti all'ente».
Rossella Gemma
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