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Politica e Sanità

28 Giugno 2016

Ddl concorrenza, Assofarm: tetto a società di capitali più basso e su base comunale. Così si tutela ruralità


L'emendamento al Ddl concorrenza che fissa il tetto per la proprietà di farmacie da parte di società di capitale, al 20% su base regionale o provinciale non è adeguato a creare più concorrenza nella filiera distributiva del farmaco: va abbassato al 10% su base comunale. A dirlo è presidente di Assofarm Venanzio Gizzi sottolineando che «il cambiamento del parametro territoriale non è di poco conto perché solo così si può tutelare l'esistenza delle farmacie rurali. Una presenza davvero imprescindibile per la tenuta dell'assistenza sanitaria pubblica in aree geograficamente svantaggiate».
In una nota l'Associazione ricorda come le farmacie italiane siano «da sempre favorevoli all'incremento della concorrenza, ma ritengono che la creazione di soggetti in grado di controllare da soli il 20% delle farmacie in ogni Regione o Provincia Autonoma rischi di aprire alla concreta possibilità di avere 5 soggetti capaci di controllare tutta la distribuzione del farmaco a livello nazionale, e in particolare di quella più commercialmente appetibile. Un provvedimento che si pone l'obiettivo di sviluppare la concorrenza finirebbe quindi per favorire la nascita di un vero e proprio oligopolio».

Secondo Gizzi, «il problema non è la natura giuridica o la dimensione aziendale della proprietà. Noi stessi di Assofarm abbiamo tra i nostri associati gruppi multinazionali coi quali condividiamo appieno valori e strategie. Ciò che conta è la creazione di un quadro normativo in grado di limitare concentrazioni che potrebbero dare il via a derive commerciali contrarie al senso della farmacia. Privata o pubblica che sia, la farmacia italiana deve rimanere uno strumento totalmente votato alla tutela della salute del cittadino. Gli utili di bilancio devono essere uno strumento, non il fine». E aggiunge: «Assofarm da anni chiede riforme che creino più concorrenza nella filiera distributiva del farmaco, misure che favoriscano l'entrata di maggiori risorse e nuove competenze, chiede con forza l'avvio di meccanismi remunerativi che premino chi produce qualità del servizio. Riteniamo che le società di capitali possano detenere non più del 10% delle farmacie, non più su base regionale ma comunale».

Simona Zazzetta

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