Concorso, apre la prima farmacia in Emilia Romagna. Resta l’incognita su cotitolarità
A Lido Adriano, una frazione di Ravenna, apre i battenti la prima farmacia istituita in Emilia Romagna con il concorso straordinario, dopo un'attesa durata più di tre anni e con una potenziale incognita legata alla candidatura in un'altra regione: accettando una sede vinta in un'altra regione automaticamente decade quella assegnata in Emilia Romagna. A dare notizia dell'apertura è uno dei tre titolari, il dottor Giuseppe Marino, che a Farmacista33 spiega le difficoltà incontrate e lo scenario che si potrebbero aprire qualora venisse assegnata una sede appetibile in un'altra regione. «L'attesa è stata estenuante» confessa Marino «il bando è stato pubblicato dalla Regione a gennaio 2013, a gennaio di quest'anno sono state rese note le assegnazioni e per ritardi burocratici la comunicazione della concessione via Pec è arrivata il 20 maggio. Avremmo potuto aprire prima dell'estate per poter approfittare della stagione estiva in una località di mare come Lido Adriano, ma ormai è parzialmente persa. Siamo comunque soddisfatti di poter inaugurare il 1° settembre per offrire il servizio a un bacino di circa 6.500/7.000 abitanti in una zona dove possono tranquillamente sussistere due farmacie, la nostra e una già esistente». Secondo Marino le criticità che hanno pesato sull'andamento del concorso e sulle scelte dei candidati sono «i tanti ricorsi al Tar, la difficoltà della scelta della sede per la quale spessi ci si affida a ipotesi e proiezioni statistiche, il lassismo del Governo che non ha mai spinto sull'acceleratore per velocizzare le procedure e non da ultimo, almeno in Emilia Romagna, la scelta di adottare la tesi del Ministero (nota del 26 novembre 2012, ndr.) sulla cotitolarità. Alla fine del 2015 lo si ricorda, la Regione, l'unica che lo abbia fatto, con una deliberazione ha stabilito che (Burert, n 325 del 16/12/2015) «nel caso di concorso di più professionisti in gruppo l'autorizzazione eventualmente vinta verrà rilasciata unica pro indiviso, e ad essa verrà applicata la regola che è strettamente personale e non può essere ceduta o trasferita ad altri. È vietato il cumulo di due o più autorizzazioni in una sola persona, per ciò intendendosi anche la persona fisica formata in modo plurimo cioè in gruppo, e che quindi ciascuno dei singoli partecipanti non potrà cedere o trasferire ad altri la propria quota di autorizzazione, né potrà essere titolare pro quota o per intero di altre autorizzazioni, a pena di decadenza dell'intera autorizzazione nei confronti anche di tutti gli altri componenti il gruppo, e ciò per dieci anni», anche in regioni diverse. «Il Consiglio di Stato ha scelto di non pronunciarsi sul ricorso avverso sollevato da colleghi ma, come molti colleghi, abbiamo partecipato in forma associata anche al concorso in Lombardia. Se le cose restano così, in caso di assegnazione dovremmo valutare molto bene cosa fare e dipenderà molto dalla sede vinta, ma dovessimo accettarla significherebbe perdere quella appena avviata. La delibera regionale è un'anomalia che creerà molti problemi anche a livello di gestione delle nuove farmacie. Da tempo siamo impegnati una raccolta firma e confidiamo che i senatori Mandelli e D'Ambrosio Lettieri possano intervenire in sede parlamentare sul Ddl concorrenza per fare chiarezza con una valenza a livello nazionale».
Simona Zazzetta
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