Politica e Sanità
16 Settembre 2016Il tema dei "tirocini post laurea" ha occupato, nei giorni scorsi, le cronache professionali a proposito dei dati della regione Emilia-Romagna. A titolo sia personale come docente dell'Università di Bologna ma anche e soprattutto come presidente dell'Associazione Scientifica Farmacisti Italiani (Asfi), tengo a sottolineare un aspetto che appare di fondamentale importanza.
Premesso che i dati della regione Emilia-Romagna mostrano livelli, a mio avviso, preoccupanti per le ricadute occupazionali dei giovani farmacisti, sembra che il nodo resti quello deontologico sul quale la Federazione degli Ordini sembra non volere prendere una posizione precisa. Sono infatti ormai circa tre anni che, andando avanti questa situazione, la Fofi è stata sollecitata a prendere posizione anche in relazione a ben due circolari: una del 1988 ed una molto più recente del 2012 a firma del Sen. Mandelli, nelle quali viene additata come sfruttamento professionale, ai sensi dell'art. 18 del Codice deontologico, e quindi sanzionabile, qualsiasi attività svolta in farmacia da farmacisti iscritti all'Ordine che non sia retribuita o retribuita in modo forfetario, ancorché rivolta al conseguimento della pratica professionale biennale necessaria all'acquisizione di una farmacia. Credo però che sulla pratica professionale biennale, prevista dalla legge in alternativa all'idoneità mediante concorso, occorrerebbe fare un distinguo tenendo conto che, in molti casi, è lo stesso farmacista a chiedere di frequentare la farmacia anche a titolo gratuito.
La situazione a livello nazionale è piuttosto variegata, come anche si è potuto apprendere dopo il convegno organizzato dagli Ordini del Lazio lo scorso 22 giugno. Quello che emerge è che, solo con l'accordo tra Ordini ed enti promotori, per lo più Università, si può giungere ad una scelta professionalmente corretta. Così infatti è avvenuto in Piemonte dove il tirocinio è ammesso solo per i laureati non iscritti all'Ordine. Sembra infatti lapalissiano che chi è iscritto all'Ordine è un farmacista a tutti gli effetti e deve pertanto potere contare sulla tutela deontologica dal proprio Ordine. L'invito che Asfi rivolge alla Fofi è pertanto, ancora una volta, di esprimersi in maniera chiara su questa spinosa situazione che, se non risolta, può solo gettare un'ombra sulla professione. Sicuramente alcune questioni sono cambiate dal 2012 ad oggi e quindi sembra inderogabile farlo ora indipendentemente dalla situazione legislativa in evoluzione, come pure da quella finanziaria della farmacia che tutti conosciamo.
Maurizio Cini
Presidente Asfi
Se l'articolo ti è piaciuto rimani in contatto con noi sui nostri canali social seguendoci su:
Oppure rimani sempre aggiornato in ambito farmaceutico iscrivendoti alla nostra newsletter!
POTREBBERO INTERESSARTI ANCHE
28/12/2019
Per contrastare la compravendita illegale di farmaci per uso veterinario il Ministero sta studiando un logo, un bollino di qualità sulla falsa riga di quanto fatto per le farmaciePer...
27/12/2019
La Commissione europea ha approvato upadacitinib (Rinvoq) per il trattamento dell'artrite reumatoide attiva di grado da moderato a severoLa Commissione europea ha approvato upadacitinib (Rinvoq) per...
27/12/2019
Solo il 2% delle farmaciste donne possiede una farmacia nonostante rappresentino il 62% della forza lavoro, è quanto emerge dal sondaggio "Survey of registered pharmacy professionals 2019" del...
A cura di Lara Figini
27/12/2019
Acquistare i farmaci su internet attraverso siti non autorizzati è un fenomeno in continua crescita e l'unica arma per contrastarlo resta l'educazione sanitaria e l'orientamento dei cittadini...
©2025 Edra S.p.a | www.edraspa.it | P.iva 08056040960 | Tel. 02/881841 | Sede legale: Via Spadolini, 7 - 20141 Milano (Italy)