FarmacistaPiù 2017, da filiera produttiva appello per innovativi in farmacia e riduzione Dpc
Per implementare il ruolo del farmacista nel sistema salute e integrarlo appieno nel Ssn occorre riportare i farmaci innovativi in farmacia. Ma anche rivedere quella politica del risparmio che tende a creare forme di distribuzioni del farmaco - quali la distribuzione per conto - che se implementate possono determinare criticità e ripercussioni sulla filiera e sul servizio. È questo uno dei temi lanciato dalla filiera produttiva all'interno del convegno "L'evoluzione della professione farmaceutica tra stato e mercato: la tutela della salute e l'universalismo diseguale" che si è tenuto nella seconda giornata di FarmacistaPiù, in corso fino a domenica al Mico di Milano. «L'evoluzione del farmacista» spiega Massimo Scaccabarozzi, presidente di Farmindustria, «deve andare nel solco dell'interesse del paziente. E questo è ancora più vero in un momento in cui si assiste a una marginalizzazione del ruolo di quelle figure che tradizionalmente sono sempre state al fianco dell'assistito attraverso forme di distribuzioni dei farmaci discutibili, quali la Dpc, che vanno in una logica di risparmio». Al contrario va perseguito il principio che «ci sono farmaci innovativi che occorre vengano distribuiti in ospedale e altri in farmacia, ma poi lì devono rimanere». Perché tutto deve essere fatto «con un occhio al paziente».
«Il ruolo della farmacia è fondamentale per il Ssn. Lo è stato un tempo e lo sarà ancora di più nel futuro» dice Enrique Häusermann, presidente Assogenerici, a margine del convegno. Il farmacista «è il Front Office del Ssn», ma per realizzare questo cambiamento «va garantito alla farmacia un futuro, che la metta al riparo dei venti che si stanno affacciando sul sistema con la possibilità di acquisizione da parte delle catene. Il farmacista deve rimanere un professionista indipendente e in maniera indipendente deve poter offrire questo servizio». È anche alla luce di questo che «in farmacia devono arrivare tutti i farmaci disponibili per quanto riguarda la territorialità». Un fenomeno che nel «recente passato è venuto un po' meno, in nome di un mero risparmio temporaneo, che tuttavia ha creato disagi al paziente». Sul tema si innesta anche la questione della Dpc: «come industria siamo terrorizzati dall'eventualità che la Dpc diventi una porta d'ingresso per derogare sulla territoriale, perché potrebbe minare la tenuta del reparto industriale. Abbiamo esperienze estere in cui questo approccio ha creato situazioni devastanti per il paziente e la tenuta del Ssn. Come è accaduto in una regione della Spagna: con il sistema delle gare sono venuti a mancare molti farmaci e il servizio regionale ha dovuto ricorrere a mezzi che alla fine sono costati di più per offrire comunque l'assistenza farmaceutica. Lo ribadiamo, siamo contro a questo trend: non si può mettere a repentaglio un'industria che crea posti di lavoro e sostiene il Pil per inefficienze delle regioni».
Francesca Giani
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