Politica e Sanità

16 Novembre 2011

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Se fosse ampliato l''attuale calendario italiano vaccinale per l''infanzia, che immunizza contro 9 malattie, estendendolo anche alle tre vaccinazioni oggi rimborsate solo in alcune regioni (varicella, pneumococco e meningococco), a quella anti-Papillomavirus per le adolescenti e al vaccino anti-influenza, per un costo complessivo di 700 euro circa a paziente, si potrebbero evitare fino a 10-13 mila morti l''anno fra gli anziani. La stima, elaborata adattando dati americani alla situazione italiana, è di Carlo Signorelli, ordinario di Igiene all''Università di Parma, intervenuto a Roma ad un incontro sul tema organizzato dal Gruppo Vaccini di Farmindustria. Gli esperti definiscono una politica vaccinale di questo tipo "solidarietà intergenerazionale", proprio perch� puntando alla prevenzione nei più giovani si garantisce "una immunità di branco”, che si estende cioè ad altre categorie di persone, in particolare gli anziani più deboli e facilmente contagiabili". Ma mentre sul fronte della ricerca si registrano continui progressi - hanno concordato gli esperti presenti all''incontro, scienziati, industriali ed economisti -  in Italia la gestione delle politiche vaccinali presenta non pochi nei. "Il problema - afferma Signorelli - è riconducibile a una serie di fattori che vanno dalla disomogeneità regionale ai ritardi nell''introduzione di nuovi vaccini, fino ad alcune imbarazzanti differenze nelle politiche vaccinali che non trovano spiegazioni scientifiche ma solo motivazioni economiche, ideologiche e a volte anche solo organizzative. E il federalismo vaccinale che si è diffuso negli ultimi anni - ammonisce - rischia di indebolire il principio di equità nel diritto alla salute, minando i valori di giustizia sociale, solidarietà ed eguaglianza propri del nostro SSN”.