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Politica e Sanità

21 Settembre 2018

Omeopatici, Omeoimprese: sono farmaci complementari, non sostituiscono allopatia


L'omeopatia è normata da leggi nazionali ed europee, chi la pratica deve avere una laurea in medicina, non si è mai posta in sostituzione all'allopatia e i farmaci omeopatici sono definiti "complementari": non si lavora "contro", bensì "insieme". Così Omeoimprese, per voce del presidente Giovanni Gorga, risponde alle affermazioni della senatrice Elena Cattaneo che in un'intervista a La Stampa ha definito l'omeopatia «un'illusione di cura pericolosa, se ritarda o sostituisce l'assunzione di un trattamento di provata efficacia» e ha sottolineato che «finché sarà consentito definire i preparati omeopatici medicinali sarà più difficile far capire che cure non sono».

Attacchi «strumentali contro l'omeopatia, un settore normato da leggi dello Stato» afferma Gorga che entrando nel merito spiega: «In questi giorni è in corso l'ennesima offensiva contro la medicina omeopatica, una situazione che il settore non riesce a tollerare, soprattutto quando, l'attacco, viene scatenato da un rappresentante delle massime Istituzioni come la Senatrice Elena Cattaneo. È con grande rammarico che apprendiamo come una figura tanto autorevole insista nel voler assimilare a pratiche di stregoneria, pseudo scienza, cialtroneria la medicina omeopatica che tutto è fuorché "alternativa". Il mondo dell'omeopatia, quello ufficiale, non si è mai posto in sostituzione all'allopatia. Non si lavora "contro", bensì "insieme", tant'è che i nostri farmaci sono definiti "complementari".

L'omeopatia è normata da leggi nazionali ed europee, chi la pratica deve seguire corsi di specializzazione riconosciuti ed avere una laurea in medicina. Fatta questa puntualizzazione - conclude Gorga - la professoressa Cattaneo è libera di credere che l'omeopatia non sia sempre la scelta farmacologica migliore. Ma la Senatrice Cattaneo non deve dimenticare che esistono delle Direttive Europee. E in tutti i Paesi dell'Unione, l'omeopatia gode di una considerazione ben più alta che in Italia».

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