Politica e Sanità
16 Novembre 2011LItalia, comè ovvio, non è il solo paese a dover contenere la spesa farmaceutica. In Gran Bretagna, per esempio, nello scorso dicembre è venuta a compimento la riforma del sistema di determinazione del prezzo dei farmaci (in sigla PPRS)
Il nuovo sistema mantiene le caratteristiche di fondo del precedente: il Servizio sanitario contratta con le aziende il margine di profitto complessivo per lanno, solo che ora anche il prezzo di ciascun farmaco di nuova introduzione sarà soggetto a discussione, mentre prima era lazienda a stabilire quanto poteva costare alle casse pubbliche. Perno della determinazione del prezzo darà il valore clinico del medicinale, a sua volta stabilito dal National Institute for Clinical Excellence (NICE) sulla base di strumenti di valutazione ampiamente rivisti rispetto al passato. Lo scopo è da una parte risparmiare (si parla di una riduzione annua del 5% della spesa complessiva per i cinque anni di vigenza del sistema) ma anche troncare le polemiche sullimpiego dei farmaci innovativi, che molti giudicavano frenato da parte del NICE per ragioni di costo. Infatti, se sul prezzo ci sarà meno libertà, si avvieranno anche progetti per guidare i medici alla prescrizione dei nuovi e più costosi prodotti secondo le linee guida stabilite dal NICE. Inoltre, nel caso per esempio che emerga una nuova indicazione, il prezzo del farmaco potrebbe incrementarsi (o ridursi se venisse meno il suo valore). Da dove verranno i risparmi? Soprattutto dalluso del generico, che il Servizio sanitario britannico vuole promuovere, giudicando che un 17% delle prescrizioni di farmaci branded sia ancora eccessiva. La principale misura prevista a questo scopo è la possibilità per il farmacista di sostituire sempre la specialità con lequivalente, a meno che il medico non indichi la non sostituibilità. Sembra una sfumatura, ma è cosa ben diversa dal sistema italiano della proposta. La sostituzione entrerà in vigore nel 2010, così come prevedeva anche il libro bianco sulla farmacia pubblicato dal Ministero della salute britannico lo scorso anno.
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