Politica e Sanità
16 Novembre 2011Gli ospedali italiani che hanno adottato un sistema di gestione informatizzata dei servizi farmaceutici riescono a ridurre le scorte di medicinali fino al 30%
E'' quanto sostiene Laura Fabrizio, presidente della Società italiana di farmacia ospedaliera (SIFO), che spiega in una nota come per una migliore gestione dei medicinali occorrono "informatizzazione del sistema, monitoraggio della rotazione delle scorte, scorta minima, sottoscorta, punto di riordino". Obiettivo dichiarato "evitare l''immobilizzazione di capitale, l''obsolescenza dei prodotti e ridurre i costi delle scorte". "In Italia l''organizzazione sempre più avanzata e attenta delle farmacie ospedaliere è testimoniata da numerosi centri di eccellenza -spiega Pietro Finocchiaro, segretario nazionale Sifo - come l''Azienda ospedaliero-universitaria San Giovanni Battista di Torino, l''ospedale Santa Chiara di Trento, il Servizio farmaceutico dell''Asl 17 del Veneto, il Policlinico Gemelli di Roma, l''Ismett di Palermo, per citarne solo alcuni, e tante altre realtà sempre più numerose".
"Dove non sono disponibili tecnologie - spiega Margherita Rinaldi, coordinatrice Sifo dell''area scientifica Management e tecnologie gestionali - la gestione virtuosa delle scorte si realizza con apposite procedure scritte e inventari frequenti, con registri manuali di lotti e scadenze. La farmacia opera inoltre su specifiche check list, cioè liste di parametri da controllare (rispetto della prescrizione, conservazione dei farmaci, volume delle scorte e altri), preparate dal farmacista in base alla realtà organizzativa e alle criticità dei propri reparti, a tempi predeterminati con un impiego limitato di risorse (un farmacista in un''ora verifica una check list standard)". "Dalla collaborazione tra caposala e farmacista in reparto e in ambulatorio - aggiunge - nasce la procedura gestionale delle scorte, così quantità e riordino vengono attentamente monitorati. Va ricordato anche - sottolinea - che nella maggior parte dei casi le scorte in giacenza coprono da 20 giorni a un mese di fabbisogno e che alcuni farmaci o dispositivi vengono acquisiti su richiesta personalizzata per singolo paziente, senza essere immagazzinati. Inoltre - conclude - tramite inventari di fine anno e periodici, si quantificano costantemente le giacenze fisiche dei prodotti farmaceutici ovunque immagazzinati". "Una delle attività del farmacista ospedaliero e ancor di più di quello di reparto - sottolinea Finocchiaro - è la consulenza e vigilanza sulla tenuta dei farmaci e dispositivi medici nell''armadio di reparto. La sicurezza e la prevenzione degli errori sono lo scopo primario, ma si valuta attentamente anche il sistema di controllo delle scadenze", conclude.
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