Politica e Sanità
16 Novembre 2011La lunga marcia del privato alla conquista della sanità italiana prosegue. Al Nord, dove ormai incassa il 21,8% della spesa sanitaria regionale, come al centro e al Sud dove vale rispettivamente il 19,4% e il 19,9%. Il record si registra in Lazio e Lombardia, le due regioni che vantano la più alta spesa destinata all''assistenza convenzionata e accreditata: per i privati si sborsano 491 euro pro-capite nella prima e 456 nella seconda. E'' il quadro tracciato da una ricerca condotta dal Cergas Bocconi e presentata a Milano. Un quadro in cui si inserisce anche il singolare caso di una piccola Regione, il Molise, che vanta livelli di spesa pro-capite per i privati vicini a quelli dei territori più grandi (377 euro). Secondo i ricercatori del centro universitario che, in collaborazione con il gruppo Sanità di Assolombarda, hanno realizzato un Osservatorio sulla sanità privata in Italia e in Lombardia, un''ingente spesa per la sanità privata non è sinonimo di sprechi, incapacità gestionale o bilanci fuori controllo. Ne sono un esempio le due regioni dei record: se il Lazio si è ritrovato con i conti in rosso, la Lombardia ha da tempo il bilancio in pareggio. Il mix pubblico-privato non basta a spiegare le diverse performance economico-finanziarie dei Servizi sanitari regionali. Tanto che uno degli autori della ricerca, Francesco Longo, conclude: "Non si può demonizzare la scelta di aprire le porte al privato. Le criticità, negli esempi negativi, si annidano nelle capacità delle Regioni di governare il sistema sanitario regionale nel suo complesso e il ruolo del privato in particolare". Un aspetto su cui l''Italia si frammenta in 21 diverse realtà. Ogni Regione applica le sue politiche. Dal 1997 al 2006 quelle che hanno accreditato di più sono la Lombardia, la Sicilia e l''Emilia Romagna. Ma in valori assoluti ad avere più strutture accreditate (85) resta sempre il Lazio, nonostante negli stessi anni sia andato in controtendenza riducendo i numeri.
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