Politica e Sanità
15 Novembre 2011In Italia i prezzi al pubblico dei farmaci con obbligo di ricetta sono tra i più bassi d''Europa e, a più forte ragione, molto inferiori a quelli statunitensi
In questo senso depongono i risultati di un''analisi condotta dal Cergas (Centro di ricerche sulla gestione dell''assistenza sanitaria e sociale) dellUniversità Bocconi in collaborazione con Farmindustria. "I prezzi dei farmaci etici, introdotti dopo il 1990, praticati in Francia, Gran Bretagna, Germania, Grecia e Spagna - sostengono gli autori dello studio - sono superiori fino al 42% rispetto a quelli italiani. Negli Stati Uniti costano più del doppio". Lo studio ha preso in considerazione le nazioni citate prima più i Paesi Bassi e confronta i prezzi medi dei primi 300 principi attivi per fatturato e volumi di vendita dispensati nelle farmacie aperte al pubblico. Nelle nazioni considerate, salvo i Paesi Bassi, tali farmaci hanno prezzi al pubblico superiori a quelli italiani in percentuali che oscillano dal 3% in più della Grecia, al 5% della Spagna, 8% della Gran Bretagna, 12% della Francia e 42% della Germania per arrivare al 139% degli Stati Uniti. Unica eccezione, i Paesi Bassi dove i prezzi sono inferiori del 21% rispetto all''Italia. Quanto invece ai prezzi che l''industria pratica alla distribuzione risultano ovunque superiori all''Italia: si va dall11% in più della Francia, al 12% della Spagna, 14% dei Paesi Bassi, 18% di Grecia e Regno Unito, 25% della Germania fino al 183% degli Stati Uniti.
"Il dato italiano è, almeno in parte, frutto delle misure sistematiche di taglio dei prezzi degli ultimi anni'''', spiega Claudio Jommi, responsabile dell''Osservatorio farmaci del Cergas Bocconi e coordinatore della ricerca. ''''E'' importante sottolineare come lo studio abbia considerato diversi indici di prezzo, diverse ipotesi di estrazione dei dati, diverse modalità di conversione dei prezzi, per esempio considerando il potere di acquisto delle diverse valute: il risultato però non cambia''''. Lo studio "non ci coglie di sorpresa - spiega Sergio Domp�, presidente di Farmindustria - e conferma quanto le imprese del farmaco sostengono da tempo: cioè che i prezzi dei medicinali in Italia sono tra i più bassi in Europa. Un ''primato'' negativo che si riflette - non poco - sulla competitività delle aziende operanti nel Paese. Per puntare in alto - ammonisce - la ricerca ha bisogno di regole certe e stabili e di politiche dei prezzi in linea con quelle europee, che riconoscano il valore degli investimenti e dell''innovazione. Recuperare questo gap è possibile. E'' necessario però fare presto per non perdere il treno nella corsa per
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