Farmaci e dintorni
16 Novembre 2011Assumere determinati antidolorifici, quotidianamente e per anni, porta con sè un incremento, anche se minimo, del rischio di attacco cardiaco o infarto. È la conclusione cui è giunto un gruppo di ricercatori elvetici al termine di un''ampia metanalisi, in cui ha rivisto 31 studi clinici per un totale di oltre 100.000 pazienti. Gli studi selezionati, tutti di grandi dimensioni, confrontavano l''impiego di alcuni tra i più comuni antinfiammatori non steroidei e altri farmaci per patologie croniche e dolorose come l''artrite. Dal rofecoxib, già ritirato nel 2004 proprio per eventi cardiovascolari, al naprossene, forse il meno pericoloso, passando per ibuprofene, diclofenac, celecoxib, etoricoxib, e lumiracoxib, nessuno è completamente sicuro. L''incremento del rischio cardiovascolare relativo oscilla da 2 a 4 rispetto al placebo, e in parte già si sapeva. Vale la pena ribadire qualche precauzione per quanto riguarda l''uso continuativo, come ha detto Peter Juni, professore di epidemiologia clinica all''Università di Berna, alla BBC «in caso di dolore muscoloscheletrico in pazienti anziani occorre molta attenzione nella prescrizione e nell''assunzione di questi farmaci». Nessun allarmismo, invece, per l''impiego saltuario e sintomatico.
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