Farmaci e dintorni
17 Novembre 2011L’Aifa equipara il valore di una novità terapeutica a quella di un’innovazione farmacologica o tecnologica di valore esclusivamente “commerciale” e solo potenzialmente terapeutico. È questa la principale accusa che un articolo sull’ultimo numero di Dialogo sui farmaci rivolge alla pubblicazione della lista Aifa dei 19 farmaci innovativi, che finirà per legge nei Prontuari terapeutici ospedalieri di tutte le Regioni e Province autonome, con il rischio di «pesare sulla spesa farmaceutica senza offrire un reale vantaggio ai cittadini». «L’unica definizione che si può dare nel caso dei farmaci è la presenza di un valore aggiunto per quanto riguarda qualità, efficacia e sicurezza, tenendo presente che per efficacia si deve intendere quella “terapeutica” e cioè un beneficio clinico per il paziente» rincara la dose Silvio Garattini, Direttore dell’Istituto di ricerche farmacologiche “Mario Negri”, nell’editoriale che accompagna l’articolo di Dialogo sui farmaci. Dei 19 medicinali, sottolinea l’articolo, solo 4 sono innovazioni terapeutiche importanti, gli altri 15 sono “potenzialmente innovativi”, quindi con efficacia e sicurezza clinica da dimostrare, cinque dei quali non sono ne innovazioni farmacologiche ne tecnologiche, ma appartengono a classi terapeutiche già conosciute. Ma la lista delle incoerenze ravvisate dal dossier della rivista non finiscono qui. Secondo l’accordo Stato-Regioni nella lista dovrebbero comparire soltanto i farmaci che si usano in ospedale. Ma dei 19 principi attivi 13 sono destinati alle farmacie e soltanto 6 sono ospedalieri. In più non figurano i farmaci orfani anche se l’Aifa in un documento del 2007 li faceva rientrare tra le innovazioni terapeutiche importanti. Lo stesso documento che sembrava accettare la distinzione tra i diversi tipi di innovazione. «Forse sarebbe bene che l’Aifa desse un’interpretazione più obiettiva dell’algoritmo sull’innovatività, per evitare che interessi commerciali prevalgano a scapito dell’interesse dei pazienti e del Servizio Sanitario Nazionale» conclude Garattini.
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