Nella frequenza di consiglio di prodotti nutraceutici i ginecologi si collocano al secondo posto, nel 2013, dopo i pediatri, tanto che la ginecologia all'interno del mercato degli integratori, che vale complessivamente 2,3 miliardi, pesa per 125 milioni di euro. Tra le prescrizioni di questi specialisti, che per il 14% riguardano integratori, a pesare di più sono prodotti consigliati durante la gravidanza (45%). E a emergere è che l'integratore diventa sempre più «funzionale e terapeutico», oltre che «nutrizionale». È questa la fotografia scattata da Franco Vicariotto, fondatore della Società italiana di fitoterapia e integratori in ostetricia e ginecologia (Sifiog), nel suo intervento al Nutraceutica forum II, organizzato a Milano da Ims. «Il mercato degli integratori vale complessivamente 2,3 miliardi di euro e al suo interno la ginecologia pesa per circa 125 milioni di euro. Analizzando le prescrizioni dei ginecologi del primo trimestre 2014, risulta che il 67% riguarda gli etici, mentre il 14% integratori, il 10% altri prodotti notificati e il 9% farmaci da banco Otc. A emergere, comunque, è un nuovo concetto di integrazione: se fino a qualche anno fa era più di tipo nutrizionale, basata soprattutto su vitamine, minerali e altri nutrienti (fibre, aminoacidi, proteine), e utilizzata per fornire sostanze con valenza di "nutrienti" a una popolazione sana, oggi l'integrazione diventa anche "funzionale" e terapeutica, sviluppata su estratti vegetali, probiotici, enzimi, cofattori nutrizionali e finalizzata a coadiuvare l'organismo nelle normale funzioni fisiologiche per raggiungere, mantenere e migliorare uno stato ottimale o anche per fare una terapia su una specifica patologia». Nel dettaglio, in ostetricia-ginecologia, le applicazioni dell'integrazioni sono soprattutto finalizzate a «un riequilibro di stati fisiologici alterati, aumentati fabbisogni nutrizionali, patologie in relazione all'età della donna, diminuiti apporti a seguito della dieta, terapie in patologie specifiche». Grande spazio ha la gravidanza: «Il 45% del consiglio dei ginecologi sugli integratori nel primo trimestre 2014 riguarda la gravidanza, il 12% la menopausa, il 7% l'infertilità, il 4% le infiammazioni dell'apparato urinario e il 3% quelle vulvovaginali, mentre il 12% altre diagnosi». In particolare tra le categorie di prodotti consigliati in gravidanza «al primo posto ci sono Polivitaminici minerali (70%), seguiti da Integratori minerali (15%), Antinausea (4%), Prodotto ginecologici, Probiotici (entrambi al 2%), Lassativi, Antiossidanti, Acidi grassi Omega 3, prodotti per il sistema urinario, tutti all'1%». Quanto al consiglio - e l'indicazione vale per tutti gli operatori sanitari - se è vero che dall'alimentazione corretta si possono ricavare tante sostanze utili, «una delle considerazioni da fare è comunque che il 56,8% delle donne alla prima gravidanza sono trentenni che lavorano e che si trovano quotidianamente a gestire vita professionale e famiglia. Soprattutto nei primi due-tre mesi, quando ancora la donna si trova nel pieno delle sue attività, c'è un grande dispendio energetico, per cui diventa difficile pianificare e seguire una dieta corretta». Il principio vale in generale e non solo per le donne in gravidanza: quando si tratta di consigliare un integratore occorre valutare, nella situazione specifica, le direttrici, se l'«alimentazione equilibrata è sufficiente per fornire un corretto nutrimento, e quindi anche la giusta quantità di vitamine, sali minerali?» e se «lo stile di vita, con aumentati ritmi di lavoro e di attività, impone un cambiamento delle abitudini alimentari quotidiane?». Infine un ultimo aspetto: «Vorrei riprendere una frase di Benjamin Disraeli: "L'uomo che ha più successo nella vita è colui che ha più informazioni», che, anche per gli integratori, devono tenere conto di «dosaggi, formulazione, cinetiche di assorbimento».
Francesca Giani
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