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Politica e Sanità

15 Novembre 2011

Legge Bersani, spunta la fiducia


Da una parte si mostra di dare la giusta importanza alle riforme organiche del settore, dall’altra non si rinuncia ad agire con misure emergenziali. E così l’etico potrebbe uscire dalla farmacia “per non far cadere il Governo”  Risale alla settimana scorsa l’avvio di un ennesimo tavolo per discutere del riassetto del servizio farmaceutico, tavolo voluto dal ministero della Salute, e che vedeva riuniti rappresentanti dei farmacisti ma anche dell’AIFA e, finalmente, anche del Ministero per lo sviluppo economico. Ciononostante, da un paio di giorni sta assumendo concretezza la possibilità che il disegno di legge Bersani Ter, cioè la terza tranche delle liberalizzazioni, possa essere presentato in Aula al Senato nella versione uscita dalla Camera. Non solo: il Governo sembrerebbe orientato, soprattutto dopo la riunione del Capigruppo della maggioranza, svoltasi il 17 ottobre, a porre la fiducia sul provvedimento. Questo significa che i senatori potrebbero trovarsi a votare, sotto lo spauracchio della caduta del Governo, l’uscita dei farmaci etici di fascia C dalla farmacia. Il tutto per la necessità di licenziare il provvedimento entro il 31 dicembre, subito dopo l’approvazione della Finanziaria. La prospettiva sembra essere stata accolta positivamente dai senatori dell’Ulivo, almeno da quanto ha dichiarato la Senatrice Anna Finocchiaro, che ne è la capogruppo. Sembrerebbe invece più remota l’ipotesi, che pure era stata fatta, di inserire la norma in Finanziaria. “Si tratta di un fatto grave, che testimonia di un atteggiamento contraddittorio” dice Andrea Mandelli, vicepresidente della Federazione nazionale degli Ordini dei farmacisti. “Da una parte si tessono le lodi della concertazione, come ha fatto giustamente il ministro Livia Turco a proposito del protocollo sul welfare, dall’altra si cerca appena possibile di agire con strumenti eccezionali”. Se si andasse effettivamente a questa soluzione,  prosegue Mandelli, “l’Italia diventerebbe l’unico paese dell’UE ad ammettere la vendita di farmaci soggetti a prescrizione al di fuori delle farmacie, e questo in un momento in cui molti governi nazionali, francese e tedesco, per esempio, stanno criticando apertamente la deriva commerciale che la Commissione europea impone a tutta la questione del farmaco. E’ davvero frustrante assistere a questa evoluzione della materia" conclude "dopo che tutti i rappresentanti della professione, a cominciare dalla Federazione nazionale, avevano dato la loro disponibilità a discutere a tutto campo di un riassetto razionale del settore”.

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