Politica e Sanità
16 Novembre 2011Agevolare l''avvio in Italia di un numero sempre maggiore di sperimentazioni cliniche di fase precoce (I e II) sui farmaci, a oggi poco sviluppate sul territorio nazionale. Questo l''obiettivo di un accordo siglato a Roma dall''Agenzia italiana del farmaco (Aifa), dall''Istituto superiore di sanità (Iss) e dall''Associazione nazionale per lo sviluppo delle biotecnologie (Assobiotec), in occasione dell''assemblea della stessa associazione. "Con questo accordo - ha sottolineato Roberto Gradnik, presidente di Assobiotec - intendiamo agire concretamente per rafforzare la capacità del nostro Paese di attrarre risorse preziose, quelle che derivano dalla scelta delle imprese biofarmaceutiche di localizzare sul nostro territorio gli investimenti per svolgere gli studi clinici di fase precoce. Abbiamo infatti un enorme potenziale: l''Italia in pochi anni ha portato allo sviluppo ben 136 prodotti e ce ne sono 132 in fase preclinica che nei prossimi mesi dovranno arrivare ai test sull''uomo, e vogliamo che lo facciano nel nostro Paese". "L''intesa siglata oggi - ha aggiunto Guido Rasi, direttore generale dell''Aifa - credo sia l''inizio di un nuovo trend di collaborazione fra pubblico e privato. L''Italia sconta un ritardo rispetto ad altri Paesi europei a causa di un sistema strutturato in modo poco efficiente, con troppe lungaggini burocratiche e autorizzative. In più, manca la cultura della fase I. L''accordo metterà in piedi un tavolo permanente per disegnare insieme le nuove regole del gioco, per proporre nuove leggi e per applicare bene quelle esistenti. Al settore produttivo, a fronte del nostro impegno, chiediamo di effettuare in Italia le fasi precoci di ricerca clinica almeno per il 50% delle molecole attualmente in fase preclinica o di discovery".
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