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Politica e Sanità

16 Novembre 2011

Così cala la prescrizione impropria


L’esperienza francese dimostra che è possibile diminuire il consumo di antibiotici, riducendone l’impiego non necessario

La Francia, che fino al 2001 aveva il primato europeo per l''utilizzo di antibiotici, l’ha ora ridotto di oltre il 25 % grazie a una campagna informativa quinquennale (2002-2007) organizzata dalle Casse malattia. A illustrarne il successo è un editoriale della rivista PLoS (The Public Librairy of Science), firmato dall’infettivologo Stephan Harbath, che accompagna la pubblicazione dello studio sull''impatto dell’iniziativa francese. Il calo del consumo di antibiotici è stato evidente in tutte le Regioni e per tutte le fasce d''età, arrivando a oltre il 30% nei piccoli sotto i sei anni. L''obiettivo fissato dal ministero della Sanità d''oltralpe, il 25% è stato quindi  superato. Lo studio, coordinato da Didier Guillemot, direttore  dell''unità di farmaco-epiemiologia e malattie infettive dell''Istituto Pasteur di Parigi, ha misurato il successo della campagna francese per l''uso appropriato di antibiotici analizzando oltre 450 milioni di  prescrizioni individuali. I tre obiettivi della campagna erano: sensibilizzare la popolazione, mettere a disposizione test rapidi per le angine da streptococco (che necessitano senza dubbio di antibiotici)  e, infine, realizzare un''azione mirata ai medici prescrittori. Lo studio, però, non è arrivato a definire chiaramente quali siano state le misure più efficaci, applicabili in  altri Paesi poich� "il successo di una campagna dipende da numerosi  fattori socioculturali". La Francia comunque resta "un esempio da  seguire" perch� ha provato che un’azione su più fronti può ridurre  significativamente le prescrizioni improprie. Nel Regno Unito, per esempio,  il consumo dei questi farmaci si è ridotto, sia pure del 5,8%, dopo due sole campagne invernali condotte nel 2004 e nel 2005. Inoltre, secondo gli autori, queste forme di sensibilizzazione convengono economicamente.  L''iniziativa francese è costata parecchio - 500 milioni di euro � ma è un costo di gran lunga inferiore ai risparmi  ottenuti con la riduzione dello spreco e, soprattutto, delle resistenze  batteriche.

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