Farmaci e dintorni

16 Novembre 2011

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Gli esperti riuniti per la sessione conclusiva del congresso della Società italiana di malattie infettive e tropicali, che si è appena concluso a Roma, ne sono convinti: l’unica arma davvero efficace per battere l’Aids resta ancora la prevenzione. È il riferimento è alla sperimentazione della terapia antiretrovirale nella riduzione della probabilità di infezione nei soggetti sani ma a rischio: «La pillola è stata studiata in un piccolo gruppo di persone particolari, e penso che ci siano due preoccupazioni» fa notare Samuel Bozzette dell''università di San Diego, uno dei principali esperti Usa delle terapie anti Hiv «la prima è che abbiamo già molti problemi per dare i trattamenti alle persone che sono infette, darlo a chi non lo è potrebbe essere un peso impossibile per il sistema sanitario. Inoltre il farmaco è stato testato in un gruppo molto piccolo di persone, e penso che generalizzarlo sia un problema. Personalmente sono contento di aver visto questo successo, ma spero che non diventi mai una pratica comune». Dello stesso parere anche Andrea Antinori dell''istituto Lazzaro Spallanzani di Roma: «La prevenzione rimane lo strumento fondamentale, bisogna tener presente che l''epidemiologia è cambiata, non sono più solo i gruppi a rischio classici a contrarre la malattia ma anche gli eterosessuali e anche adulti di una certa età, una categoria insolita qualche anno fa, e quindi il messaggio deve essere adeguato». Altro aspetto è il test: «L''offerta attiva del test deve consentire oggi di far emergere il sommerso» ribadisce Antinori «sappiamo che un soggetto su quattro non sa di essere infetto e questo comporta un ritardo nella diagnosi della malattia sia un più elevato rischio di trasmissione».