Farmaci e dintorni
16 Novembre 2011La nicotina altera la capacità dei neuroni di comunicare tra loro e di elaborare le informazioni con conseguente riduzione della capacità di prestare attenzione, un effetto misurabile anche con quantità ridotta della sostanza, come quella contenuta in due sigarette. È questo il risultato di uno studio sperimentale condotto dal team di neurobiologi della Sissa di Trieste coordinati da Enrico Cherubini e pubblicato sulla rivista The journal of neuroscience. Gli scienziati della Scuola internazionale superiore di studi avanzati hanno in particolare dimostrato che già una piccola quantità di nicotina è in grado di inibire il funzionamento degli interneuroni dell''ippocampo, regione del cervello essenziale per l''apprendimento e la memoria, alterando le nostre funzioni cognitive. «Gli interneuroni liberano simultaneamente, dai loro terminali, l''acido gamma-aminobutirrico, il principale neurotrasmettitore inibitorio presente nel cervello» ha spiegato Cherubini, coordinatore del settore di neurobiologia della Sissa «così riescono a sincronizzare migliaia di cellule eccitatorie e danno origine ai ritmi responsabili delle funzioni cognitive superiori. Entrando in risonanza, cioè agendo all''unisono, ci consentono di elaborare le informazioni che riceviamo dall''esterno». «Questa sostanza riesce infatti a bloccare direttamente particolari canali ionici localizzati sulla loro superficie, coinvolti nella ritmogenesi e molto simili a quelli responsabili del ritmo cardiaco» ha precisato ancora il docente. E aggiunge: «Si tratta di un meccanismo inibitorio diverso da quello finora noto, determinato invece dall''attivazione da parte della nicotina di recettori specifici presenti sulla superficie delle cellule nervose».
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